Omelia (27-01-2019) |
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Oggi abbiamo letto due pezzi distinti del Vangelo di Luca. La prima parte è proprio l'inizio del suo Vangelo, l'introduzione a tutto ciò che verrà scritto dopo. La seconda parte salta quello che, in sequenza, troviamo (e cioè l'infanzia di Gesù, la gioventù, la preparazione al ministero pubblico), e ci porta alla sua attività in Galilea, quando entra nella sinagoga e inizia la sua predicazione. Diciamo qualcosa sui primi versetti che mi sembrano molto interessanti. Luca sostanzialmente ci dice: "Non sono qui a raccontare delle storielle, delle cose inventate su un grande uomo di nome Gesù, no! Questo che dico è stato provato perché ho fatto un lavoro molto accurato storicamente, ho fatto delle ricerche che dicono che quello che scrivo è la verità! È un resoconto ordinato quello che leggi, illustre Teofilo, perché tu possa capire che gli insegnamenti che hai ricevuto non sono inventati, ma sono basati su notizie storiche accertate e reali". Voglio aprire una parentesi: che nome strano Teofilo! Voi conoscete qualcuno con questo nome? È un nome che deriva da due parole greche: theos = Dio e philos = amico. Mettendole insieme, ne esce "Amico di Dio". Allora, che esistesse veramente questo "illustre Teofilo" o che Luca voglia rivolgersi a ciascuno di noi "amici di Dio"? Prendiamo per buone tutte e due le possibilità, ma concentriamoci sulla seconda: Luca, col suo Vangelo, vuole parlare proprio a me, a te, a te... amico di Dio, persona che vuole incontrarlo, conoscerlo, amarlo e fare la sua volontà. È molto importante il discorso iniziale di questo Vangelo, perché penso che ognuno di noi abbia bisogno di testimoni per credere a qualcosa che ci viene raccontato. Facciamo un esempio molto banale: la storia di Cappuccetto Rosso. Voi avete mai conosciuto qualcuno che ha incontrato Cappuccetto Rosso? Conoscete qualcuno che dice di avere conosciuto un altro che ha visto il lupo cattivo che parlava con la nonna? Avete mai parlato con qualcuno che vi ha detto di conoscere uno che ha incontrato un altro che gli ha raccontato di aver visto il cacciatore tagliare la pancia del lupo e tirare fuori la nonna felice e contenta? Credete che questa sia una storia reale? Penso proprio di no! Non ci sono infatti testimoni che possano garantire di essere stati presenti a questi avvenimenti!!! Ma se ci fossero testimoni, potremmo anche crederci... Però non ci sono. "Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza" così infatti Luca inizia il Vangelo. Lui si basa sulla testimonianza di coloro hanno visto e che poi sono diventati i discepoli di Gesù. Quindi il Vangelo è una cosa seria e Luca ha fatto un ottimo lavoro: è tutto vero. Provate ad immaginare l'evangelista che se ne va in giro a chiedere informazioni su Gesù e, più lo conosce attraverso la testimonianza di altri, più è affascinato. Ma lo sapete che Luca non lo ha mai visto? Eppure ha seguito il suo insegnamento a tal punto da diventare evangelista. Luca conosce Gesù attraverso San Paolo... e se ne innamora! Pensiamoci un attimo, bambini... a ciascuno di noi sarà capitato di pensare che, se avesse visto Gesù, se lo avesse visto fare i miracoli, tutto sarebbe più semplice e credibile! E invece Luca ci racconta che nemmeno lui l'ha visto, eppure gli ha cambiato la vita. Però lui si è messo in ricerca, ha voluto approfondire, ha voluto conoscere il Figlio di Dio. Questo è un invito anche per noi ad essere desiderosi di conoscere sempre di più Gesù, ad informarci, a leggere ogni giorno un pezzettino di Vangelo, ad andare volentieri al catechismo, a stare attenti quando ci parlano di Lui! Quando voi volete farvi un amico perché vi sembra simpatico, cosa fate? Cercate di avvicinarlo, di parlargli, di stargli insieme il più possibile... e così l'amicizia aumenta, l'affetto diventa sempre più profondo, fino a farlo diventare l'amico del cuore. Così è anche con Gesù: per volergli bene e vivere come lui dobbiamo impegnarci a cercarlo, ad ascoltarlo, a dialogare con lui, a sentirlo vicino anche nei momenti difficili perché lui ci è realmente vicino! È risorto ed è sempre in mezzo a noi, anche se non lo vediamo. Ma c'è anche un modo bellissimo per vederlo: ogni volta che incontriamo un altro bambino o bambina o adulto o anziano... incontriamo Gesù. Lui infatti è venuto ad abitare nel cuore di tutti noi nel giorno del nostro battesimo e niente e nessuno lo potrà togliere da lì perché ci vuole troppo bene e non ci vuole lasciare da soli. In ognuno di noi c'è Gesù che ci aiuta a vivere come lui. Nella seconda parte del Vangelo troviamo il nostro Maestro a Nazareth, dentro la sinagoga. Tante volte è entrato nella sinagoga della sua città ed ha letto un brano della Sacra Scrittura! Oggi legge un brano del profeta Isaia che profetizza sulla venuta del Messia dove dice di essere stato "mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi". Voi sapete che, a quel tempo, tutti aspettavano la venuta di un messia, di un Re che risollevasse le sorti di Israele dominato dall'Impero romano e, sicuramente, nessuno si sarebbe aspettato che Gesù, dopo aver letto questo pezzo di Sacra Scrittura, applicasse a se stesso queste parole! Tutti lo conoscevano: era il figlio di Giuseppe il falegname! Come poteva essere lui il messia tanto atteso? «Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi"». Cosa significano queste parole? Significano che le parole del Profeta Isaia si realizzano OGGI sia per la gente di allora sia anche per noi. E come fanno a realizzarsi? Si realizzano in Gesù perché è lui che è stato inviato dal Padre a portare la gioia. È lui che si prende cura dei poveri, che ridà la vista ai ciechi, che compie miracoli, che libera dalle catene del peccato, che elimina la paura e l'oppressione della morte. È un OGGI che è rivolto a tutti, a noi ed anche a tutti quelli che verranno dopo di noi. È un OGGI che ci invita anche a comportarci come Gesù. Sicuramente noi non possiamo fare guarigioni fisiche miracolose... ma, in questa società attualmente molto confusa, siamo chiamati a prenderci cura dei "piccoli", dei poveri, dei "ciechi nel cuore" che non credono, dei compagni che si lasciano trascinare dal male più che dal bene... siamo chiamati cioè a far entrare tutti i bisognosi nel nostro cuore e tendere loro le mani nel modo in cui ne siamo capaci: un sorriso, un consiglio buono, un saluto, una parola di conforto, un dono, un invito a pranzo a casa nostra... Ognuno di voi sa come... L'importante è vivere questo OGGI come lo ha vissuto Gesù. Commento a cura di Maria Teresa Visonà |