Omelia (27-06-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Giovanni 19,31-37 Dalla Parola del giorno Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Come vivere questa Parola? Il cuore, soprattutto per la Bibbia, è la sede di ciò che nell'uomo è più importante: la sua capacità di amare, di volere, di decidersi. Proprio per questo la parola del vangelo è incredibilmente illuminante. Ci aiuta a cogliere il rapporto strettissimo tra il cuore di Cristo e la sua Chiesa, il nostro essere Chiesa. Sì, perché noi – come Chiesa – ossia come membra vive del Corpo Mistico di Cristo, siamo nati lì. Sembra un gesto quasi inconsulto quello dell'anonimo soldato che, nel drappello di quelli che sono lì a costatare la morte del Crocifisso, gli infigge impietosamente nel fianco il colpo di lancia. Eppure teologi mistici e uomini spirituali di tutti i tempi ci hanno visto una misteriosa realtà: è dal cuore trafitto del Redentore che sgorgato l'ultimo sangue versato, l'ultima sua acqua. Quei Sacramenti che hai ricevuto e ricevi, quel misterioso fluire della VITA NUOVA che essi ti veicolano, hanno la loro segreta scaturigine lì. No, l'acqua non sgorga da una fonte qualsiasi (fosse pure la più cristallina e pura) e il sangue non viene da non so quale preziosa enoteca. Questi due elementi vitali per il mio cammino spirituale vengono dal cuore di Gesù: dal suo "cuore mite e umile" e trafitto dalla croce. Oggi opererò uno speciale rientro al mio cuore per dimorare più che mai, in quiete contemplativa, dentro il cuore di Cristo. Egli mi ha amato fino a darmi il segreto della sostanza vitale scaturito dalla sua morte in croce. Se il suo cuore mi ha amato fino a questo punto, posso io starmene rattrappito in un cuore gretto, egoista, abitudinario? O cuore immensamente amante di Cristo, converti il mio cuore al tuo; rivestilo della tua umiltà e mansuetudine, rendilo parte viva della tua Chiesa nell'assunzione vitale dei tuoi sacramenti, specie quelli della Riconciliazione e dell'Eucaristia. La voce di un Certosino È dal cuore trafitto di Gesù che è venuta a noi la nostra redenzione: essa si trova in quel Cuore come nella sua sorgente, come in un tesoro nascosto. E questo Cuore ferito non ferirà il nostro cuore? Non l'ameremo dunque? Ludolfo di Sassonia |