Omelia (01-07-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dopo aver condotto fuori della città Lot, sua moglie e le sue due figlie, uno degli angeli disse: "Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Come vivere questa Parola? Ingiustizia prevaricazione adultero e idolatria avevano ridotto la città di Sodoma ad una cloaca di peccato. Per questo Dio ne decreta la distruzione. Ma lì abitava Lot, nipote di Abramo. Grazie all'audace intercessione di Abramo, amico di Dio, questi, insieme alla sua famiglia, ottiene di essere risparmiato dall'ira divina e viene salvato da due angeli. Giunti a Sodoma, i due Inviati, dopo aver colpito con un misterioso accecamento la folla perversa che intendeva abusare di loro, "fanno premura" a Lot, a sua moglie e alle due figlie perché abbandonino la città senza guardarsi indietro né fermarsi "per non essere travolti nel castigo". Ma Lot s'attarda, indugia. Dio no. "Per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui", viene subito preso per mano dagli angeli e condotto fuori dalla città. Avendo obbedito al comando di non voltarsi indietro, Lot si salverà. La moglie invece, poiché aveva guardato indietro, rimane avvolta dall'onda di fuoco e di zolfo divenendo una statua di sale. Non indugiare, non voltarti indietro, non fermarti: sono gli appelli che oggi ci rivolge la Parola. 'Indugiare' è in qualche modo una sorta di ammiccante compromesso con l'ego. Non si dice apertamente no a Dio, ma si rimanda ad un indefinito domani il sì all'alleanza, annacquandolo sino a ridurlo a pio desiderio senz'ali, vuoto, senz'anima. 'Voltarsi indietro' è come lasciare socchiusa la porta del cuore ad altri interessi e affetti disgiunti dall'«Unico Necessario», e ci si consuma nella nostalgia per tutto ciò che a motivo di Cristo si è lasciato dietro le spalle. E si finisce per diventare strabici: un occhio guarda a Dio e l'altro al mondo, senza riuscire a fare unità in se stessi. 'Fermarsi' è addirittura il capolinea, amaro, della vita cristiana. Non si cammina più. Non si sogna più. Ci si riduce ad una statua di sale, come la moglie di Lot. Nella mia pausa contemplativa, oggi lascio che questi verbi: indugiare, voltarsi indietro, fermarsi, mi aiutino a sgomberare tutto ciò che in me è refrattario alla sequela di Cristo: pigrizia, compromesso, resistenze, chiusura mentale, scarsa generosità verso Dio e verso gli altri. Pregherò: So di correre il rischio di diventare una statua di sale, Signore, se mi lascio andare all'indugio, se non metto Te al di sopra di ogni mia gioia. Sciogli le mie resistenze, liberami dai legacci dell'ego e vienimi incontro ogni giorno perché mi percepisca salvata "per un tuo grande atto d'amore verso di me". La voce di una mistica del XX° secolo Io mi consegno a Te e mi abbandono. Dio eterno, Amore infinito! (...) Prendi dunque e ricevi tutto... Mio Dio, prendi la mia memoria e tutti i suoi ricordi, prendi il mio cuore e tutti i suoi affetti. Prendi la mia intelligenza e tutte le sue facoltà... Prendi la mia volontà tutta intera... E' per sempre che l'anniento nella tua. Prendimi...Accoglimi...Dirigimi. Guidami! A Te mi consegno e mi abbandono Marthe Robin |