Omelia (28-06-2005)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Matteo 9,32-38

Dalla Parola del giorno
Perché avete paura, uomini di poca fede?
.
Come vivere questa Parola?
L'ambientazione di questa Parola di Gesù non è all'insegna della pace. Sul lago di Tiberiade che, per diversi aspetti è paragonabile al mare aperto, si è levata una furiosa tempesta. Gesù sta dormendo e possiamo ben immaginare con quale ansia i discepoli lo destarono, gridando: "Salvaci! Siamo perduti". La risposta di Gesù è d'incredibile attuali-tà. La paura è un'emozione del tutto istintiva suscitata dalle cause più diverse: dal colpo secco e improvviso di una porta chiusa con violenza al rombo cupo del terremoto, dalla paura di un brutto ceffo in cui t'imbatti di notte alla paura della malattia o della morte. Non c'è colpevolezza nella paura in sé. Ma ciò a cui Gesù vuol condurci è il su-peramento di tanta paura oggi all'orizzonte. E ciò avviene solo mediante l'immediato ricorso a Lui, con una fede che sia grido di piena fiducia. "Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. – diceva S.Teresa d'Avila – Se hai Dio, nulla ti manca. Solo Dio basta". Sapienza antica e sempre nuova! È l'affermazione di una donna che ha avuto a che fare con avversità e pericoli di ogni tipo. Ed è anche quello che ho sentito con le mie orecchie da chi, pur ferrato nelle conoscenze socio-politiche del nostro tempo turbolento e pieno di minacce, non ha il pensiero di Dio solo nella testa, ma contatta la Sua presenza operante nel cuore e nella vita. Con determinazione. Sempre.

Oggi, nel mio rientro al cuore, passo realisticamente in rassegna le paure che rischiano di diventare psicosi. Basta solo pensare ai pericoli atomici alle violenze di ogni tipo, alle varie crisi: da quella economica a quella ecologica e dei costumi, della relazionalità e dei valori in genere. Ecco: le paure ci sono. Eppure è possibile un'"esplosione" di serenità e di pace che può essere, oggi, la carta vincente.

Sì, Signore! Io credo a quel tuo dire: "Non abbiate paura: Io ho vinto il mondo!". Lo credo con tutto il cuore e con ogni mia cellula. E su questa fede canto la mia vita, che è pur sempre nelle tue mani, in serenità. Per oggi e per domani.

La voce di un Padre della Chiesa
L'arte del nocchiero non si sperimenta a cielo sereno, ma nella burrasca e nella tempesta. Se il cielo è limpido, anche l'ultimo mozzo può dirigere la nave; ma se la burrasca imperversa, allora si richiede l'arte del primo maestro. Perciò quando i discepoli videro che la bravura dei rematori era vana, che il mare infuriava contro di loro, ricorsero, pieni di angoscia, al nocchiero della terra, e lo supplicarono di toglierli dal pericolo. E quando con un semplice comando egli dominò il mare, lo riconobbero, credettero in lui e lo acclamarono Signore di tutto.
Pietro Crisologo