Commento su 1 Cor 15,10
«Per grazia di Dio sono quello che sono e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi ho faticato più di tutti loro, non io però ma la grazia di Dio che è in me»
1 Cor 15,10
Come vivere questa Parola?
Interessante e ardito questo modo in cui il grande Apostolo Paolo parla di sè. La sua è una espressione forte, lontanissima da certe dichiarazioni di falsa umiltà in cui il cristiano di nome (non di fatto) asserisce di essere peggio di niente.
Qui l'umiltà è verità.
Signore, rendimi umile nel cuore come Paolo. Se c'è qualcosa di bello di buono, di utile agli altri, non voglio negarlo; rendimi però verace e trasparente; sì, quel che di positivo c'è in me è tuo continuo dono. Che io non me ne appropri ma lodi e ringrazi il Signore, servendomene per migliorare me e fare del bene al mio prossimo.
La voce del fondatore della Comunità di Taizè
Essere se stessi secondo il Vangelo è scavare a fondo fino a scoprire il dono insostituibile che esiste in ogni essere. Grazie a quel dono specifico, che non coincide col dono di nessun altro, l'uomo si realizza in Dio.
Frére Roger di Taizé
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org