Commento su Mc 4, 26-28
Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Mc 4, 26-28
Come vivere questa Parola?
Il Regno è come un seme, seminato nei nostri cuori.
C'è una vita dentro il seme, quel seme porta in sé un albero, un sogno, un potenziale e un dinamismo ancora inespressi ma già operativi, come ciascuna persona sulla terra, la sua essenza non la si vede subito, ma c'è.
Spesso, invece, ci convinciamo che nel mondo succedano solo cose brutte e che tutto va di male in peggio, le stesse cose di ieri si ripropongono e anche con un certo degrado: malvagità, guerre, disoccupazione, omicidi, terremoti, odio, povertà, ingiustizie, etc... Questa è una certa lettura, Ci sembra che la realtà finisca lì senza la capacità di guardare il tutto.
In realtà bisognerebbe diffidare di tutto quello che fa rumore, che appare subito, che succede in fretta. La dinamica del Regno ci insegna che i veri progressi umani sono lenti. L'impazienza e il controllo minano questo processo e ci impediscono di accorgerci del nuovo germoglio che sta nascendo.
Questa la mia preghiera di oggi: "Signore, voglio vivere il momento e viverlo in amore. Sono certo che tu operi. Voglio offrirti il mio silenzio e la mia attesa".
La voce di Simon Weil
Se noi acconsentiamo, Dio depone in noi un piccolo seme e se ne va. Da quel momento, a Dio non resta altro da fare, e a noi nemmeno, se non attendere. Dobbiamo soltanto non rimpiangere il consenso che abbiamo accordato, il sì nuziale.
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com