Commento su Lc 2,22-23
«Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.»
Lc 2,22-23
Come vivere questa Parola?
Poche parole per dire che Gesù, pur essendo Figlio di Dio, si sottomette pienamente alla legge di Mosè. Lui, che già era stato riconosciuto Salvatore prima che fosse concepito nel grembo, viene portato da sua madre al Tempio per essere presentato al Signore. Il grande mistero dell'Incarnazione di un Dio che assume la realtà umana nel corpo e nello spirito è avvolto dalla quotidianità del tempo, dai ritmi e dalle pratiche della religiosità ebraica. Sono poche le persone che si accorgono della sua presenza: Simeone lo accoglie come promessa e realtà di salvezza, la profetessa Anna lo saluta con la sua silenziosa preghiera. Gesù, sua madre Maria e Giuseppe il giusto si fanno avanti nella semplicità. Portano, con umile cuore, il Salvatore del mondo.
Pensando a questo evento, ripeterò più volte nella giornata: "Mio Signore e mio Dio!" Adorando il mistero dell'Incarnazione.
La voce della liturgia
Accogli, o Padre, i nostri doni e guarda la tua Chiesa che per tuo volere ti offre con gioia il sacrificio del tuo unico Figlio, Agnello senza macchia per la vita del mondo.
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com