Commento su Mc 7,31-35
«Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.»
Mc 7,31-35
Come vivere questa Parola?
Gesù non si trattiene dal visitare luoghi dove da secoli si pregava varie divinità. Nel visitare Tiro e Sidone, contattò terre di popolazioni che, millenni prima di Cristo avevano le loro divinità seguendole con cuore ben lontano dal Vangelo di Gesù. Eppure ecco: il Signore della vita accetta che gli sia portato un sordomuto a cui imporre la mano. Amo' di atto liberatorio, lo prese in disparte lontano dalla folla. Poi, nelle modalità meno auspicabili, compie il miracolo: il sordo ode e, da muto passa alla facile loquela.
Quello su cui oggi poniamo l'attenzione è l'assoluta libertà con cui Gesù si muove, senza però mai perdere l'occasione di compiere il bene: in questo caso sanare (quindi liberare) il sordomuto.
Signore tu mi insegni che la Parola non si annuncia solo proclamandola e leggendo in privato; si annuncia con la vita.
La voce di un Vescovo santo
La Chiesa evangelizza non solo per quello che dice ma soprattutto per quello che è e che fa.
Don Tonino Bello
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org
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