Omelia (06-03-2019)
Omelie.org - autori vari


COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di don Marco Simeone

Inizia la quaresima, ed aggiungerei finalmente, perché c'è un bisogno vero di conversione, di autenticità, di Vangelo. Papa Francesco si dà da fare e lo dice in tutte le salse che "la creazione attende con impazienza lo svelamento dei figli di Dio", non di imborghesiti o arrabbiati cristiani "fai da te" ma, prendendo le parole dalla preghiera di colletta di domenica scorsa, di "instancabili operatori di bene e di pace". Sì, perché seguire Gesù è affascinante, è come salire su una giostra che non avremmo mai pensato così bella che, però, allo stesso tempo, ci mostra anche i limiti del nostro cuore, poiché non si passa di trionfo in trionfo ma di salvezza in salvezza. Per questo abbiamo chiesto che la Sua Parola risuonasse in noi, ed eccoci qui in quaresima.
Questo è un tempo di conversione e di riconciliazione ma, se vogliamo, come dice il vangelo di oggi, è un tempo per prepararci a gustare la ricompensa di Dio e quindi prepararci alla Pasqua, quella prossima del 21 Aprile e, possibilmente, anche a quella definitiva. Non si tratta di fare un po' più del bene, qualche fioretto qua e là, ma di entrare nel silenzio della nostra camera (Matteo usa questo termine nonostante non fosse di uso comune che ognuno avesse una propria camera!), dentro di sé, proprio lì dove spesso evitiamo di entrare.
C'è una parte dentro di noi che facciamo più resistenza a visitare, chi più chi meno; c'è chi evita e chi la fugge proprio, ma è la stanza più preziosa. C'è chi si riempie la vita di affanni per non pensare, chi si mette le cuffiette per evitare qualsiasi contatto con se stesso, chi sta eternamente connesso, chi non si perde nessun buongiorno o buonanotte sui social o chissà cosa pur di non fermarsi. La Quaresima è quello spettacolo, la meraviglia di entrare in questo luogo e trovarci dentro non a guardare le nostre sconfitte o dolori, ma a permanere sotto lo sguardo benevolo del Padre che ci "ricompensa", ci sovraccarica di vita, ci accoglie nel suo abbraccio benedicente.
Perché allora il digiuno? Perché la preghiera e l'elemosina si capiscono pure, ma il digiuno?
La terapia è fatta da 3 gradini: si inizia con l'elemosina, ma in cosa consiste l'elemosina? A volte, a furia di renderla astratta, si perde la voglia di confrontarsi con il rapporto con i soldi, e ancor di più con "l'affrontare" i problemi del fratello. Certo che si può fare l'elemosina del tempo o dell'affetto, ma siamo così sicuri di essere liberi nel rapporto con i soldi?
Ovviamente non si sta parlando di un'elemosina da 50 centesimi, quelli non servono a nulla, né per chi li riceve né per chi li dà, ma si parla di qualcosa che ci metta in discussione. L'elemosina ha 2 effetti: sostenere la speranza di non essere abbandonato da parte di Dio, per chi sta nel bisogno, e metterci in condizione di confidare di più in Dio che nelle nostre risorse. Farsi prossimo al fratello è condividere le sue paure e, dove possibile, le sue necessità.
Da questo si passa al passo successivo che è la preghiera. Se ti metti in gioco coi fratelli scopri che hai bisogno di risposte più profonde delle tue, di risorse più consistenti, di un po' di vita eterna in più: qui inizia la preghiera. Alla tua luce vediamo la luce dice il salmo, si sta nel silenzio delle chiacchiere umane per ascoltare la Parola, perché abbiamo bisogno di parole di vita eterna che solo Gesù ci sa dare.
Se sapremo ascoltare allora ci renderemo conto che è vero che "non di solo di pane vive l'uomo ma di Parola di Dio", allora diventa logico ristabilire le gerarchie, possiamo dire dei no a noi stessi, possiamo liberaci dalla tirannia di soddisfare immediatamente ogni voglia che ci passa per la testa, sostenere il peso dell'essere non sazi, per contattare la fame vera, quella che nessun cibo è mai riuscito a saziare, perché abbiamo trovato il cibo buono, quello vero. Questo è il digiuno, non quello medico e certamente non quello estetico.
Ovviamente il diavolo non sta a guardare: dimentichiamoci i film dell'orrore -sono solo film!-, quello che il demonio tenterà di fare è di farci scendere alla prima fermata, di accontentarci di ricompense da due soldi, di consolazioni che non consolano affatto, di ingrigirci nella mediocrità.
Questo è il momento favorevole, è il momento giusto per dare lo sprint e prendere sul serio noi e Dio, prima noi e poi Dio: sì perché se non prendiamo sul serio la nostra vita, e la fame che abbiamo dentro, svaluteremo sempre cosa Gesù fa per noi e con noi, ci sembrerà "esagerato".
Le altre letture, brevemente, ci danno 2 coordinate: la prima è che questo è un cammino di un popolo, non è fatto di eroi ma di fratelli che cadono e si rialzano, che si sostengono, ma anche si richiamano a vicenda. Se è vero che tutto questo deve essere una decisione personale, è altrettanto vero che la nostra libertà non è perfetta, deve essere sostenuta, incoraggiata, direi quasi "coccolata" per mettersi in moto. Siamo un popolo che si riconosce in Gesù e come coloro che vogliono seguirlo, perché il Signore ci ha chiamati perché fossimo in piccolo un segno per tutto il resto dell'umanità, una profezia, qualcuno che smuova la voglia dei cuori a qualcosa di diverso, qualcosa che sappia di cielo.
La seconda lettura è complessa e prendiamo solo quel passaggio sul punto finale della salvezza, sul diventare "per mezzo di lui giustizia di Dio", cioè in noi si manifesti l'opera di Dio che è quella di giustificarci, renderci giusti. Quindi i nostri sforzi, per quanto nobili, non ci otterranno mai di essere giusti, servono solamente a disporre la libertà ad accogliere la Grazia di Dio. La fede è incontro con Dio, è un abbraccio (come nella parabola del figlio prodigo) non è la scalata dell'Everest, per pochi avventurosi. È una grazia, è un dono che dobbiamo accogliere completamente, con cuore sincero. In ebraico cuore puro si scrive "un cuore solo" al contrario non puro è un cuore doppio: la sincerità è solamente metterci in gioco, così come siamo con limiti e difetti, ma anche con speranze e generosità.
Vi auguro di approfittare perché questo è il momento favorevole.
Buona quaresima.