Omelia (12-07-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
I fratelli di Giuseppe andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò e fece loro coraggio.

Come vivere questa Parola?
La storia di Giuseppe è veramente l'epopea del bene che, lo si scorga o no dentro le acque spesso tanto turbolente della storia, avrà la meglio sul male. "Questa è la vittoria che vince il mondo: la vostra fede". Così scrive Giovanni nella sua prima lettera; uno splendido esempio è questo di Giuseppe, la cui vittoria è credere nell'Amore. Egli è stato vittima delle malefatte dei fratelli. Per invidia lo hanno venduto ai mercanti che andavano in Egitto. Attraverso le più varie peripezie, quando diventa un grande e ha le carte in regola per la rivalsa più solenne, quando può liberamente far giustizia vendicandosi, questo uomo praticamente impregnato della misericordia di Dio non solo perdona ai fratelli, ma decide di fare del bene a loro e alle loro famiglie. Questo episodio è tanto illuminante. A volte il travaglio di molte esistenze è quel continuo chiedersi, di fronte al problema del male: ma perché Dio lo ha permesso? Anche a proposito di questi fratelli malvagi (non tanto dissimili da tanta gente di oggi) potremo chiederci: non poteva Dio impedire loro di "mercanteggiare" il loro fratello? La risposta è una sola: Dio ci ha creato liberi. Egli non gioca con dei robot obbligati a correre nelle rotaie del bene. Perché il bene ottenuto per costrizione, non è bene. Egli ha reso l'uomo libero e responsabile delle sue scelte. E lo rispetta in tutto come tale. Piuttosto il "gioco" di Dio è quello di cavare il bene anche dal male. Che grande bene diventa la vicenda di Giuseppe! Che meraviglia il fatto che questo uomo si serve della sua potenza per esercitare la vendetta del cuore, la vendetta del perdono e dell'amore. Quanta umanità nel suo "piangere" sui fratelli, nel procurare cibo non per loro soltanto ma anche per i loro bambini! E non è Giuseppe antesignano di Gesù, del suo morire perdonando e scusando i suoi assassini?

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi lascio interpellare da questa umanissima figura dove l'amore trionfa sull'odio e il perdono fa piazza pulita delle sue malefatte per ricreare l'armonia dell'amore.

Signore, aprimi gli occhi del cuore, dammi luce di fede perché io fermamente creda e comunichi questa certezza: il male fa' chiasso dilacerando la storia, ma il bene cresce silenzioso e da ultimo s'imporrà. Perché il Bene in definitiva è la tua croce che, amore supremo, vince il mondo.

La voce di un grande maestro della Chiesa greca
Non ha raggiunto ancora l'amore perfetto colui che, nell'ora della prova, quando è colpito dall'afflizione, non ha il cuore virile, ma si allontana dall'amore dei suoi fratelli
S. Massimo il confessore