Commento su Is 50, 5
"Io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro"
Is 50, 5
Come vivere questa Parola?
La settimana santa ancora in molte parti del mondo è un tempo di cui la gente, anche non credente, si "accorge". Non solo per la primavera incipiente e quel po' di vacanze che introduce, ma anche per il clima, le tradizioni che rievoca. Anche i più distratti un pensiero sulla morte e sulla vita lo fanno. La morte pesa sempre, fa paura perché in modo imprevedibile attenta alla vita e si mostra come la grande nemica da evitare o combattere. La morte ingiusta scandalizza, addolora e fa disperare. Per questo fa pensare, anche se è un pensiero che vogliamo, tutti, rimuovere, allontanare. La morte si deve evitare, combattere.
La buona notizia di Gesù, sempre sconcertante, tocca anche e soprattutto questo aspetto. Isaia lo aveva anticipato nei carmi del servo sofferente: non opporre resistenza, non tirarsi indietro davanti ad essa, risulta essere il modo di esaltare la vita. Gesù dirà "amate non solo chi vi ama, ma anche i vostri nemici". È un modo elaborato per dire di non temere la morte, di non resistere ad essa, di non tirarsi indietro davanti a ciò che ci attenta.
Amando i nemici egli affronterà la morte, non gli opporrà resistenza. Nella settimana santa è chiaro come Gesù leggesse anche nei segni benevoli già la traccia della morte da cui non tirarsi indietro. L'osanna dell'entrata a Gerusalemme, il bacio di Giuda sono emblematici. Parole e gesti di amicizia che portano alla condanna a morte.
Signore, la vita passa attraverso la morte. La morte non la definisce, la libera. Rendici liberi!
La voce dei salmi
Noi siamo stati liberati come un uccello
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Ps 124, 7
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it