Commento su Mt 6,7-15
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli,..."
Mt 6,7-15
Come vivere questa Parola?
Se ogni tanto veramente comprendessimo la portata rivoluzionaria del "Padre nostro", credo che faremmo come San Francesco, che dopo una notte intera riuscì a pronunciarne solo le due prime parole!... Lo sappiamo a memoria e ci è entrato negli orecchi, il "Padre nostro", spesso ci scivola addosso e con superficialità ci passiamo sopra, non riflettiamo più sul significato e lo riteniamo una formula ormai acquisita. Solo chi ha l'ardire di andare a fondo, nel dialogo col Signore, si rende conto che il protagonista deve essere il cuore, più che alle parole. Tornare ad essere sbigottiti dinanzi al mistero, ed esserlo al punto da rendersi muti... Chissà se un giorno torneremo a recitare il Pater come se fosse la prima volta! Ogni parola segna un limite, definisce un concetto, cerca di afferrare una realtà circoscrivendola. Ma il Signore non si lascia avvincere dai nostri tentativi improvvisati di piegarlo alle nostre attese. Conversando con Lui, spesso ci ingarbugliamo innalzando monologhi che difendono come bastioni i nostri pensieri ricorrenti. Più ci preoccupiamo di dare una bella forma alle nostre preghiere, più esse rischiano di essere un vuoto artificio incapace di vera relazione. È amante delle cose vere, sincere, Gesù, e il suo insegnamento è un martellante e incisivo debellare le nostre sovrastrutture: culturali ed esistenziali. Se solo pensassimo che prima e al di là delle nostre parole, prima di un figlio che si ricorda di Lui, c'è un Padre che attende
Ho fatto questa esperienza: ogni volta che mi ripropongo di pregare, qualche pensiero o preoccupazione cerca di distogliermi, facendomi credere che ci sia qualcosa di più importante da fare... Oggi voglio credere e verificare che soprattutto il fermarmi e stare in silenzio davanti a Dio è ingresso nella preghiera e itinerario per un rapporto sincero con Lui.
La voce di un Letterato
"Gli uomini vanno escogitando tutto il possibile, a eccezione di quell'unica cosa che può salvarli, o che, se anche non potesse salvarli, potrebbe almeno alleviare la loro situazione, e che consiste appunto nel fermarsi almeno per un istante e nel non continuare ad accrescere con le proprie azioni sbagliate le proprie sventure"
Lev Tolstòj
don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it