Commento su Gv 8,12-20
"In quel tempo Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. [...]"
Gv 8,12-20
Come vivere questa Parola?
In queste accuse orchestrate ad arte, quasi come le prove generali del processo che sarebbe stato istruito contro di Lui, i farisei tentano di stringere Gesù in minoranza, di squalificarlo come se la sua fosse una voce isolata e senza consistenza. È un Gesù scomodo perché reclama di ascoltare e di seguire Lui soltanto. Dunque non un ordine costituito attorno a un "credo", non i rappresentanti di una gerarchia, non chi detiene il potere religioso e lo esercita tiranneggiando sulle coscienze: solo a Lui devono essere volti i nostri occhi ancora intrisi di tenebra. Ponendosi come "luce", Egli svela tutte le brutture e le penombre con cui gli uomini amano camuffarsi. Esige una scelta radicale: o con Lui o contro di Lui. Chi cammina nella luce e segue Gesù avrà una ragione illuminata e un cuore rinnovato per giudicare in modo sereno e imparziale: se stesso, il prossimo, la storia. Avere il coraggio di scegliere la verità a costo di essere impopolare e di perdere i propri privilegi: questo è il vero culto che rende sacro ogni luogo e ogni incontro.
Oggi mi rivolgo con attenzione alle dinamiche del mio vissuto quotidiano e verifico se il mio comportamento e le mie parole sono ispirati da quanto il "Maestro interiore" mi detta dal di dentro.
La voce di un Padre
"Respingendo le cose cattive si ha il disvelamento di quelle buone; infatti ciò che l'ignoranza teneva legato nel male, la conoscenza lo scioglie per il bene"
Clemente Alessandrino
di don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it