Commento su Gv 11,45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinédrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!».
Gv 11,45-56
Come vivere questa Parola?
Il potere di Gesù di richiamare alla vita deriva dall'autorità che Gli conferisce il Padre, nel momento in cui Egli - il Figlio prediletto - matura la piena disponibilità a deporre la sua propria vita perché qualcun altro viva. Dunque il miracolo della resurrezione è di chi in risposta ad un disegno d'amore decide di non tenere più la vita per sé, ma decide di donarla per amore. Attraverso Lazzaro, il fratello di Marta e di Maria, Gesù ha manifestato appieno la sua signoria sulla vita e sulla morte, e ha reso questo miracolo il "segno" più eloquente di tutti. La vita di Gesù è ormai totalmente nelle mani degli uomini, la sua vicenda è pienamente inserita nella storia del popolo eletto, alla quale dà spessore e compimento. Tutti parlano di Lui e tutti lo cercano, chi per eliminarlo come scomodo sovvertitore delle tradizioni patrie, chi per osannar lo e acclamarlo re.
Le parole inconsapevolmente profetiche di Caifa ci mostrano che la storia è saldamente nelle mani di Dio. Oggi voglio progredire nella docilità ad accettare quanto il Signore ha stabilito per me, abbandonandomi con fiducia alla sua volontà.
La voce di una Scrittrice
"Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso - se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo [...], se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore"
Etty Hillesum
don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it
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