Omelia (23-04-2019)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 20,11-18

"All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».

Gv 20,11-18


Come vivere questa Parola?

"Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro": in Gesù risorto non c'è più distanza fra terra e cielo, non c'è più lontananza fra gli uomini e Dio, possiamo chiamare tutti fratelli rispondendo all'invito di Gesù ad essere un'unica famiglia radunata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L'ansia e il dolore che abitano il cuore dell'uomo lasciano il posto al conforto di sapersi abitati da Dio, nel nostro uomo interiore da dove spesso preferiamo rimuovere lo sguardo per non essere impressionati dalla sensazione di vuoto. Le lacrime di Maria non si arrestano ma cambiano significato: esprimono ora la dolcezza che stilla dalla gioia dell'incontro, dove ogni sentimento viene accolto, giustificato e redento dal Signore, riconosciuto maestro nell'arte dell'amore.


L'esperienza di Maria racconta di un amore che ha pervaso ogni estensione del suo essere. Oggi voglio ricordare a me stesso che ogni sforzo di evangelizzazione deve per forza passare attraverso un incontro personale, unico e quotidianamente rinnovato con il "mio Signore"!


La voce di una Mistica

"Compresi che l'amore abbracciava in sé tutte le vocazioni, che l'amore era tutto, che si estendeva a tutti i tempi e a tutti i luoghi... in una parola che l'amore è eterno"

Teresa d'Avila


don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it