Omelia (12-05-2019)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14-17; Gv 10,27-30

Oggi il cuore è colpito dalla durezza dei "primi chiamati" che sebbene si considerassero popolo eletto di Dio non capirono e non si fidarono di chi testimoniava loro la novità di Gesù e peggio ancora suscitarono contro di loro una persecuzione servendosi delle "pie donne della nobiltà e dei notabili"

Queste parole ci turbano nel profondo perché quanto più siamo integrati nella tradizione e nel chiuso delle nostre "chiesuole" quanto più abbiamo timore del nuovo, del profetico, di chi esce fuori dalle righe e scuote le nostre coscienze dalla falsa sicurezza del "si è sempre fatto così, stiamo bene tra di noi uguali, dobbiamo difendere la nostra cultura...." tanto più ci inaspriamo verso i " pagani"

Ed inoltre le posizioni (piccole o grandi che siano) di potere e di appartenenza ci allertano contro le aperture ai lontani e ai diversi e, come appunto leggiamo nella prima lettura, ci fanno indurire il cuore per difendere i nostri privilegi.

Queste pagine sono quanto mai attuali oggi che assistiamo a proclamazioni ed esposizioni di simboli religiosi e di tradizioni "consolidate", a sterili nostalgie del mitizzato passato accompagnate da rifiuto per non dire dalla persecuzione verso i fratelli che vengono da lontano o i fratelli che ci vivono accanto in modalità che non sono le nostre.

La parola di Dio che ci viene proposta in questa domenica squarcia il velo scuro della diffidenza e della paura e ci sorprende con l'accoglienza senza condizioni di quelli che allora ( e anche oggi forse ) vengono chiamati pagani ma che Dio ama al pari di noi che ci pensiamo "suo popolo eletto".

La sorpresa è che essi, liberi da giudizi preconfezionati e ignari della tradizione, sono capaci di rallegrarsi dell'annuncio di novità e della luce dell'amore di Dio che ricevono inaspettatamente e sanno riconoscere con semplicità di pecore ma verità di amore la voce del Pastore che ci conosce ad uno ad uno nella nostra diffusa diversità.

E in ultimo il testo dell'Apocalisse ci anticipa la sorpresa che forse alcuni di noi troveranno nel mondo dell'aldilà quando vedranno" la moltitudine che nessuno può contare e che viene da ogni nazione, tribù, popolo e lingua" cioè tutti i diversi e i lontani che forse pensavamo esclusi dal Regno ma che avendo passato "la grande tribolazione "e avendo "lavato le loro vesti " attraverso l'amore sono degni di ricevere la consolazione e il sollievo che Dio padre di tutti ha loro riservato.


Traccia per la revisione di vita

- Sperimentiamo la tentazione di misurare la fedeltà a Gesù (nostra e altrui) con la quantità di preghiere o di riti compiuti?

- Quanta fatica facciamo ad uscire dal nido sicuro dei gruppi consolidati per incontrare altri da noi?

- Sappiamo guardare a chi incontriamo con la libertà dell'amore piuttosto che con le chiusure del giudizio?