Omelia (19-07-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Come vivere questa Parola? Intossicati dall'invidia perché Gesù non solo compiva prodigi ma parlava con autorità, i farisei "tennero consiglio per toglierlo di mezzo". Ma, non essendo ancora venuta la sua ora, il Signore prende le distanze. E ancora, ecco, le folle a seguirlo. Ancora sono lì a presentargli malati e infermi senza numero. E lui a "guarirli tutti", senza discriminazione di sorta. Comanda però loro di non divulgarlo. Coprire di silenzio tutto questo bene che va facendo è anzitutto i n ordine al così detto "segreto messianico" (cioè non rivelare prima del tempo la sua identità di Messia) ma è anche qualcosa d'altro. È come stendere un velo grande che non permette il rimbombo chiassoso del suo operare, l'esplosione di un bene che, quando è troppo "chiacchierato", in qualche modo sciupa la sua identità profonda che è sempre il vuoto di chi lo compie e la gloria del Padre. Così quel che Gesù manifesta di sé è il pieno realizzarsi di quanto Isaia aveva tratteggiato circa il Servo di Javeh: uno che si tiene del tutto fuori dalla contese, dalla brama d'imporre la propria immagine. La sua autorità viene dal cuore e non è imposta dal tono della voce, dal prevaricare sugli altri. Anzi in lui è talmente la misericordia a prevalere che si accosta ai deboli (canne infrante o lucignoli fumiganti)) con estremo rispetto. È con umile amore che desidera sia fatta giustizia nei loro confronti. Di qui – importantissimo! – le genti (non solo il popolo ebraico) attingeranno speranza. Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascio che questo testo d'Isaia combaci – nella mia visualizzazione interiore – coi tratti di Gesù, il maestro, il guaritore, il liberatore, il Crocifisso Risorto, l'Amato divino del mio cuore. Signore, mio Tutto, introducimi nella tua tenerezza e compassione perché mi si dilati il cuore; convertimi alla tua umiltà, perché io agisca con te e come te per il Padre, sia seminatore di speranza. La voce dei primi secoli della Chiesa Colui che è veramente onnipotente, creatore dell'universo e Dio invisibile, egli stesso fece scendere dal cielo, tra gli uomini, la sua Verità, la sua Parola santa e incomprensibile, e la stabilì nei loro cuori. [...] Lo inviò con mitezza e con bontà come un re manda suo figlio, lo inviò come Dio e come uomo fra gli uomini; e fece questo per salvare, per persuadere, non per violentare. Lo inviò per chiamare, non per castigare, lo inviò per amare, non per giudicare. Lettera a Diogneto |