Commento su Gv 6,52-57
"Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me."
Gv 6,52-57
Come vivere questa Parola?
Per i Giudei la parola di Gesù è un assurdo. E' impossibile fare i cannibali e mangiare la carne di un uomo e tanto meno bere il suo sangue. Ancora oggi gli Ebrei non mangiano il sangue, perché il sangue è vita e la vita appartiene a Dio. Perciò il linguaggio di Gesù è inaccettabile e nei loro dibattiti mettono in evidenza quello che per loro è un assurdo. Per i cristiani invece la rivelazione di Gesù è meravigliosa e chiara. Essa richiama quanto è avvenuto nel Cenacolo. Gesù continua a dire loro: «Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo... Prendete e bevetene: questo è il mio Sangue». Mangiare Gesù "pane" significa già fin d'ora possedere la vita eterna. Il dono eucaristico è il dono più bello che Gesù ci ha fatto; esso ci fa entrare nella più intima comunione con Lui e con il Padre: ci fa vivere la sua vita e ci insegna a donare la nostra.
Signore Risorto, dacci sempre la Grazia di mangiare e bere di Te!
La voce di un testimone dei nostri giorni
"Nella nostra povera carne, nel "corpo di miseria" (Fil 3,21) che noi siamo, proprio lì noi incontriamo Dio, perché in Gesù "abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9). Carne da masticare e sangue da bere sono la condizione in cui Gesù si consegna a noi, in cui Dio si dà a noi, raggiungendoci là dove siamo e non chiedendo a noi di salire alla sua condizione divina, azione per noi impossibile e solo frutti di un orgoglio religioso malato. Entrando in noi, la carne e il sangue di Cristo ci trasformano per partecipazione, in carne e sangue di Cristo, producendo ciò che a noi è impossibile: diventare figli nel Figlio, l'Unigenito amato dall'amante, il Padre, con un amore infinito, lo Spirito santo."
Enzo Bianchi
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com