Commento su Gv 21,15
"Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».
Gv 21,15
Come vivere questa Parola?
«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Amare più degli altri, più di quanto gli altri amano. Amare fino in fondo, come il discepolo amato, quello che riconosce Gesù e lo addita come "Il Signore"! Vorrà dire solo "di più rispetto ad altri" il pronome costoro? Sicuramente ha questa accezione se ricordiamo l'affermazione di Pietro il quale aveva dichiarato che era disposto "a dare la vita per Lui" (Gv 13, 37), ma leggendo questo pronome all'interno delle circostanze relative alla pesca, alle reti, ai pesci, al lavoro al quale si torna dopo gli eventi di quella Pasqua, si può forse legarlo anche al significato di "qualcosa". Mi ami più di "queste cose"? Del pesce che hai portato, delle barche, delle reti, delle cose vecchie "alle quali stai tornando"? Mi ami più di tutte le cose che avevi lasciato per seguirmi? Che avevi messo da parte per stare con me? Al posto di Simone di Giovanni mettiamo allora il nostro nome: «...... mi ami più di costoro?» e chiediamoci:" Cosa anteponiamo all'Amore di Cristo?".
Signore Risorto, aiutaci ad amarti "più di costoro»!
La voce di un testimone
"Benedetto non fondò un'istituzione monastica finalizzata principalmente all'evangelizzazione dei popoli barbari, come altri grandi monaci missionari dell'epoca, ma indicò ai suoi seguaci come scopo fondamentale, anzi unico, dell'esistenza la ricerca di Dio: "Quaerere Deum". Egli sapeva, però, che quando il credente entra in relazione profonda con Dio non può accontentarsi di vivere in modo mediocre all'insegna di un'etica minimalistica e di una religiosità superficiale. Si comprende, in questa luce, allora meglio l'espressione che Benedetto trasse da san Cipriano e che sintetizza nella sua Regola (IV, 21), il programma di vita dei monaci: "Nihil amori Christi praeponere", "Niente anteporre all'amore di Cristo". In questo consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano e diventata una vera urgenza pastorale in questa nostra epoca in cui si avverte il bisogno di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali."
BENEDETTO XVI, Angelus 10 luglio 2005
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com