Omelia (14-07-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Come vivere questa Parola?
Accogliere è un verbo bellissimo. Come l'abbraccio di un cielo invaso da una luce di aurora. Ma accogliere, nel senso forte di Gesù, è anche qualcosa di molto esigente. Una casa, se è intasata di roba, non è accogliente. Bisogna prima liberarla. Così nel nostro cuore ci vogliono spazi resi vuoti dalla spada che caccia fuori il morbidume della falsa pace o del comodismo. Occorrono le ampiezze liberate dagli amori egoistici, possessivi; fossero pure quelli dei genitori per i figli o dei figli per i genitori, i parenti, gli pseudoamici. Ci sono separazioni che devono avvenire a livello di "ego". Non per diventare arcigni, aridi, rinunciatari. Tutt'altro! È un perdere la vita pseudo-affettiva di un ego accentratore per trovare la vita del proprio "sé". Si tratta del cuore profondo e dilatato, reso vero nelle sue capacità di amare, perché a immagine dell'amore di quel Dio che "fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi" e manda la sua rugiada nell'orticello di chi di Lui si ricorda come in quello dell'empio. Chi ha il coraggio di "perdere" la strettezza e l'intasamento della propria casa interiore piena di brame di possesso e sentimenti egoistici, trova la grande libertà dell'accogliere. E, attenzione, nel fratello, nella sorella a cui fai spazio di comprensione, accogli l'Infinito! "Chi accoglie voi accoglie me. E chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato", cioè il Padre stesso e il suo Spirito di amore. Tutta la Trinità beata. Che vuoi ancora?

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi soffermo a gioire per questa enorme opportunità legata alla semplice "accoglienza". Semplice ma vera fino in fondo se scevra di riserve e pretese egoistiche.

Signore, Trinità che adoro, concedimi un cuore ospitale che acconsenta a "lasciarsi fare" da te, dalla croce di Gesù che mi purifica e libera per essere abilitato ad accogliere te.

La voce della fondatrice delle Missionarie della Carità
È facile sorridere alle persone che stanno fuori dalla propria casa. È così facile prendersi cura delle persone che non si conoscono bene. È difficile essere premurosi e gentili e sorridere ed essere pieni d'amore in casa con i propri familiari giorno dopo giorno, specialmente quando siamo stanchi e di malumore. Tutti noi abbiamo momenti come questi, ed è proprio allora che Cristo viene a noi vestito di sofferenza.
Madre Teresa di Calcutta