Commento su Mt 7,21
«Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.»
Mt 7,21
Come vivere questa Parola?
Signore, Signore è l'acclamazione liturgica di fede e di preghiera: Il Signore è il Kyrios, Dio Gesù è il Signore, è il centro della fede cristiana. Gesù è il mio Dio il mio Signore.
Questa affermazione di fede, ci rimette di fronte alla verità del nostro cuore e delle nostre parole: davvero Gesù il mio Signore? Quanti signori ho nella mia vita? Il Signore, è per me, il principio e il fine di tutto? Gesù è il principio e il fine del mio vivere?
E non basta dire: Signore, Signore per entrare nel regno dei cieli. Non basa la fede. Ci vuole l'amore, perché è l'amore che pone Lui all'inizio e alla fine della propria esistenza concreta. Quindi per entrare nel regno dei cieli non basta né la fede, né la preghiera corretta. Bisogna far la volontà del Padre che è nei cieli. Lo diciamo nel Padre nostro: sia fatta la tua volontà. E la volontà del Padre è l'amore. E l'amore si esprime attraverso il cuore che ama e le mani che operano secondo il cuore. È un fare sempre, l'amore. La vita esprime questo amore nella concretezza dei gesti, delle azioni. E questo è il fare la volontà del Padre.
Sia fatta Signore la Tua Volontà!
La voce di Papa Francesco
«Si entra nel regno dei cieli, si matura spiritualmente, si va avanti nella vita cristiana con il fare, non con il dire». Infatti «il dire è un modo di credere, ma a volte molto superficiale, a metà cammino»: come quando «io dico che sono cristiano ma non faccio le cose del cristiano». È una sorta di «truccarsi», perché «dire soltanto, è un trucco», è «dire senza fare».
Omelia Santa Marta 6 dicembre 2018
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.