Commento su Mt 16,15-18
«Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.».»
Mt 16,15-18
Come vivere questa Parola?
Gesù cambia a Simone, figlio di Giona, il nome e nel nuovo nome - Pietro - si trova indicata la sua missione, quello che sarà chiamato a fare: diventare pietra sulla quale potrà edificare la Chiesa. Ma non perché è bravo, intelligente," né carne, né sangue te lo hanno rivelato" (Mt16,17) ma perché "il Padre glielo ha ri-velato" (Mt16,17). Anche Saulo si renderà conto che quando si intercetta Gesù, la vita cambia completamente e passerà da Saulo a Paolo, cioè "piccolo", perché "Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me." (Gal 2,19b-20). Entrambi con il loro amore appassionato e senza riserve per Gesù hanno messo la loro vita a servizio dei fratelli: Pietro nel ministero dell'autorità a servizio della comunione e dell'unità e Paolo nell'ascolto attento dello Spirito che apre continuamente frontiere e cammini per l'annuncio del Vangelo. Pietro e Paolo due ruoli diversi nella vita della Chiesa, ma vissuti nella comunione e nella complementarietà. Il Signore entrando nella nostra vita ci mette a disposizione degli altri, ognuno per il nome che si porta, ma perché questo servizio possa rimanere segno del nostro amore appassionato a Cristo, deve avere la dimensione della comunione, della sinodalità e della complementarietà.
Ti preghiamo oggi Signore per Papa Francesco.
La voce di Papa Francesco
«La Chiesa "in uscita" è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l'ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà possa entrare senza difficoltà.»
Evangelii Gaudium
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.