Omelia (02-09-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1ts 5,9-10 Dalla Parola del giorno "Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo il quale è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con Lui" Come vivere questa Parola? Paolo istruisce la comunità cristiana di Tessalonica in ordine alla imprevedibilità del giorno e dell'ora in cui le cose "penultime" di questo nostro vivere passeranno, e noi perverremo alle cose definitive: quelle del giorno eterno. "Esso verrà come un ladro di notte" dice l'apostolo. L'importante è per noi non essere trovati nelle tenebre della dimenticanza di Dio, nel sonno pesante dell'attaccamento alle cose che passano e nelle preoccupazioni che nascono da questo assolutizzare quanto sta già passando. È bellissima l'immagine usata da Paolo per esprimere la nostra identità di cristiani: "figli della luce" e "figli del giorno" in opposizione a quell'appartenere alla "notte" e alle "tenebre" che è tipico di chi compie il male. Ma – attenzione! – proprio per non lasciarci vincere dal male si tratta di restare "svegli",dentro uno stile di"vita sobria". Il che è possibile a un patto: che lo scorrere delle ore durante il giorno sia con il Signore. Non solo dunque vivere per Lui, ma insieme con Lui, e perfino abbandonarci al sonno nella persuasione consolante che Egli è qui: sempre con ciascuno di noi. È in questo modo che, lungi dall'aver paura dell'ultimo giorno, lo attenderemo con la certezza che siamo destinati ad essere salvati da Gesù: dalla sua morte e resurrezione. Oggi, nella mia pausa contemplativa, da questo pensiero tanto tonificante mi lascio persuadere in profondità. Provo ad "assorbirlo" in silenzio, ad assumerlo come bevanda che vivifica in giorno di grande calura e siccità. E mi chiedo: è questa fede che mi domina o spesso sono in balia di paure? O Padre che non alla collera punitiva ma alla gioia della salvezza mi hai destinato, in Gesù rendimi desto, vigilante e sobrio, perché viva lasciandomi SALVARE. . La voce di un Pastore del XX° secolo A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto. L'altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te! Tonino Bello |