Omelia (15-08-2019)
don Maurizio Prandi
Ogni persona è un grembo

Stiamo provando, a partire da quanto il vangelo di domenica scorsa ci ha suggerito (ma tutto il cammino di queste domeniche, ricordate i binari sui quali Gesù ci sta conducendo a Gerusalemme: la preghiera e la compassione, l'amore verso il Dio e l'amore per il prossimo) a lasciarci interrogare da una delle parole che Gesù ci ha consegnato, parola che per Gesù è decisiva e parola che il tempo che stiamo vivendo sta cercando di cancellare facendola abilmente sentire come fastidiosa ed insopportabile: questa parola è PROSSIMO!


Nei primi due giorni del triduo di preparazione (nella comunità di Panesi dove ci vediamo solo questa sera e domani ripercorro un po' tutto il cammino) ci siamo lasciati custodire dal vangelo delle nozze di Cana, nel desiderio di vivere la cura per l'altro, preoccupati di un bisogno, di una necessità, proprio come Maria si è preoccupata del fatto che gli sposi erano in crisi perché era venuto a mancare il vino. Il vangelo ci chiede di prenderci cura e Maria ci aiuti! Abbiamo fatto nostra la preghiera di due bimbi della prima comunione: Cara Vergine Maria aiutaci a non dimenticarci mai di chi è povero, di chi è solo ed emarginato, di chi ha bisogno di pane, casa, affetto. Aiutaci a farci prossimi ai nostri fratelli!


Il secondo passo: cosa c'entro con te o donna? Dice Gesù a sua mamma cosa c'entro con questi due che non hanno più vino? Perché farsi carico? Perché prendersi cura? Cosa c'entriamo noi con la vita di tante persone che bussano alle nostre porte? È una questione alla quale diamo una risposta del tipo: non mi riguarda! Addirittura, vediamo nell'altro, nel povero, nel disperato, in quello che parte e si fa due anni di viaggio in mezzo al deserto, uno con cui competere!


Invidiosi dei poveri, perché arrivano qui e hanno tutto, e pretendono, pretendono di parlare con i loro cari attraverso una connessione wi-fi; invidiosi da marcirsi il sangue dicevo ieri e Maria, contro questa infelicità che fa marcire il sangue, ha un suggerimento riguardo alla Parola di Gesù: fate quello che vi dirà. Non ditelo, ma fatelo! E il vangelo di stasera ci aiuta a continuare su questa strada: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola e la custodiscono! Custodire la parola è fare la parola, viverla, scelte concrete, concretissime e semplici dicevo domenica scorsa: acqua, cibo, vestiti, casa, cura, tempo, pietà per chi ci è prossimo; ma l'urgenza è tale che non si può aspettare, bisogna farsi prossimi!


Di fronte a questa urgenza, nella messa della Vigilia proviamo almeno a pregare per capire come mai, proprio chi avverte l'urgenza di salvare le tradizioni cristiane, sente il fastidio, il ripudio, la ripugnanza delle parole cristiane che Gesù ci consegna.


Forse perché non mi si sento abbastanza piccolo e non riesco più a mettermi nei panni degli altri; ho tanto, (e penso sia poco) e ho paura che me lo portino via. Dio si rivela nel piccolo vi dicevo domenica scorsa, per Gesù tutto è piccolo, semplice (ricordate? il seme, il lievito, il contadino, il pastore, il pescatore) e aggiungo stasera che ci sono grandezze che rimangono vuote e piccolezze invece che sono cariche di senso. La festa che celebriamo, l'Assunzione di Maria al cielo, è la celebrazione di tutto questo! Il piccolo è la donna che abbiamo contemplato nella messa della vigilia, difendere Gesù dall'accusa di essere figlio del demonio. Questo brano di Vangelo possiamo intitolarlo così: il grido dei poveri! Sì, facciamo memoria di un Dio che si rivela ai poveri, perché una donna, (e conosciamo la condizione di minorità delle donne al tempo di Gesù), ci racconta il vangelo, un giorno ha osato interrompere un Rabbì che stava parlando e lo ha fatto alzando la voce. Contempliamo Gesù, ancora una volta immerso nella folla, intento ad annunciare il vangelo e attento ad orientare alla radice del bene chi, preso dall'entusiasmo, rischia di concentrare la sua attenzione sul potere che Gesù ha di compiere gesti straordinari; quella donna era stata sicuramente colpita dal fatto che Gesù avesse appena compiuto un miracolo eclatante come la guarigione di un indemoniato, ed è per questo che ha il coraggio di uscire dalla folla gridando, alzando la voce e mettendosi contro gli avversari di Gesù che lo stanno calunniando accusandolo di essere alleato di Satana; scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni dicevano. Dio in Gesù, di fronte al mistero del male non ci lascia soli e non lascia solo nemmeno suo Figlio e quella donna senza nome vuole difendere Gesù e celebrare l'importanza di chi lo ha generato. Gesù la invita e invita tutti noi però ad allargare ancora di più lo sguardo: beati tutti quelli ascoltano e custodiscono! Come spesso capita nel vangelo, ancora una volta una persona senza nome ci rappresenta, anzi rappresenta tutte le generazioni e Gesù amplia quell'intuizione trasferendola a tutti perché tutti siamo potenziali ascoltatori della Parola di Dio. Che bello: ogni persona è un grembo che accoglie, genera e custodisce la Parola.


Ecco una prima risposta a chi vuol salvare le tradizioni cristiane tradendole e tradendo il Vangelo! Ascoltare, custodire, vivere, scegliere concretamente di amare il prossimo e non di competere con lui per arrivare prima.

Siamo qui, o Maria per prepararci insieme a questa festa bellissima, per chiederti di ascoltare le nostre richieste sì, ma per lasciarci dire da te che tuo Figlio, Gesù, è la vera risposta alle nostre richieste. Ascoltare e custodire il suo vangelo sarà scoprire ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Quella parola che per noi è insopportabile e fastidiosa, contiene un segreto.


Come dicono Noemi e Tobia: Cara Vergine Maria aiutaci a non dimenticarci mai di chi è povero, di chi è solo ed emarginato, di chi ha bisogno di pane, casa, affetto. Aiutaci a farci prossimi ai nostri fratelli!