Omelia (15-08-2019)
don Maurizio Prandi
Farsi prossimo, la nostra salvezza

Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.


Continuiamo il nostro cammino, il nostro percorso che mette a tema questa parola, centrale e decisiva per Gesù e diventata oggi (generalizzo, mi rendo conto, ma è per rendere l'idea di un clima che si respira...) fastidiosa e insopportabile, la parola prossimo.


Maria ha appena sperimentato il farsi prossimo di Dio, ha appena sperimentato la rivoluzione di Dio che nell'angelo Gabriele è uscito dal Tempio per entrare in una casa, un Dio che si fa prossimo al punto tale da abitare il grembo di una donna non può che far nascere lo stesso sogno di Dio, lo stesso desiderio di Dio: farsi prossimo!


Sì, è il segreto, e lo abbiamo capito bene quattro settimane fa commentando la parabola del buon samaritano. La grande questione non è capire chi sia il prossimo, ma capire che si tradisce Dio e la sua parola passando oltre, si tradisce Dio e la sua Parola non facendo caso, si tradisce Dio e la sua Parola facendo finta di niente; si tradisce Dio continuando a farne una questione di fazioni che si contrappongono perché il prossimo è il povero, perché il prossimo è l'immigrato, perché il prossimo è quello con l'ISEE basso; il malcapitato del vangelo di un mese fa, probabilmente era un commerciante, i briganti, i ladri, non vanno a cercare qualcuno che non porta denaro in tasca no.


Dio non pensa alla parola prossimo come un codice, quello lo fa lo scriba, quello posso farlo io; pensarla come una categoria e quindi sapere quale sia il confine (ricordiamo amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico era scritto).

Ecco che rispetto a questo pensiero ci viene incontro la novità di Dio: Sono io, (dice Dio), che mi faccio prossimo in questo grembo di donna; sono io, (dice Maria), che mi faccio prossima e mi metto in viaggio, fino ad Ain Karim; prossimo è ognuno di noi che capisce questo e magari faticosamente prova a fare (qualunque cosa vi dica, fatela!) il messaggio del vangelo; prossimo sei tu. Tu, che ti sei lasciato visitare dalla Parola e invece di andare dritto, hai deciso di fermarti, tu che invece di andare di fretta, occupato dalle tue ansie, hai deciso di far posto ai problemi di un altro. La compassione, questo che abbiamo detto essere uno dei due binari che ci porteranno a Gerusalemme insieme a Gesù ci sbalza mi fa uscire dai miei egoismi e mi aiuta a capire il comandamento di Dio, che la bibbia ci ricorda essere un comandamento non troppo alto, non distante, ma dento di noi. Il vangelo di oggi, questo farsi prossima di Maria diventare prossima, è la possibilità di fare esperienza di Dio. Diventare prossimo è una grazia, è un dono immenso, grandissimo. Il diventare prossimo è la mia salvezza.

Questa sera, al termine della processione, proveremo a fare un altro piccolo passo rispetto a questo cammino di prossimità.