Omelia (17-09-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato: vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!"

Come vivere questa Parola?
Da attento osservatore della realtà, Gesù tratteggia un quadro sempre molto attuale. In una piazza di paese (forse la sua Nazareth) un gruppetto di bambini annoiati e scontenti, fanno rimbalzare gli uni sugli altri il loro malumore. Non accettano la proposta di giocare alle nozze facendosi coinvolgere in un ballo; rifiutano di mimare quello che fanno i "piagnoni" (gente appositamente pagata per piangere) quando si canta ai funerali il lamento funebre. Gesù paragona il bambinesco scontento dei ragazzini allo scontento della sua generazione che non accetta, anzi critica aspramente, sia Giovanni Battista che Cristo Gesù. Del primo arrivano addirittura a dire che è un indemoniato. Quanto al Signore non esitano ad "etichettarlo" di "mangione e beone". Come sono lontani, nella loro cecità e immaturità spirituale a cogliere il senso dell'austerità del Battista e della sua vocazione di "precursore del Messia"! E come assolutamente non capiscono che il sedere qualche volta a convito coi peccatori è altissima espressione della benevolenza dell'uomo-Dio per quanti hanno più bisogno di lui. Attenzione! Lo scontento e la facile critica distruttiva sono frutto d'immaturità umana e spirituale. In ogni tempo! Come non prenderne atto personalmente?

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo allo Spirito Santo il coraggio di smascherare i veri motivi dello scontento, della mormorazione e delle facili critiche che spesso pullulano in me. Avrò il coraggio di consegnarli al Signore pregando:

Gesù, rendimi sempre avvertito, interiormente, dei mostri del mio scontento che dipendono da scarso amore, e a non mascherarli colpevolizzando gli altri, ma me ne liberi lanciandoli nel tuo Amore.

La voce di un fondatore del XX° secolo
Un sorriso è meno caro della luce elettrica ed è più illuminante.
Abbè Pierre