Omelia (13-10-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'Uomo lo sarà per questa generazione.

Come vivere questa Parola?
Ciò che Gesù denuncia della sua generazione è una fede del tutto superficiale. Sono folle quelli che lo seguono, ma la maggior parte di quella gente fatica a convertire il cuore, a cambiare la mentalità e la vita. Ciò che gioca molto (e non certo solo all'epoca di Gesù) è la smania di avere immediate sicurezze. Si cerca un segno. Magari appariscente, spettacolare. Ciò che Dio vuole e che sempre è mediato dai suoi comandamenti, dagli insegnamenti di Gesù e della sua Chiesa, molti vorrebbero fosse palesato nel modo che loro più garba. Una fede in vetrina, dove tutto risulta chiaro, evidente e conseguente. Come quando premi l'interruttore e subito si accende la lampadina. Tu hai un desiderio, un'incertezza, un'aspirazione? Dici una preghiera ed eccoti lì pronto un "dio" da supermarket a sganciarti in segno. Gesù smentisse questo modo di riportarsi a Dio, al suo Mistero. Vuole una fede autentica e robusta. Il segno c'è. Ed è di tale portata da oltrepassare di gran lunga quello di Giona che fu strumento di conversione per i Niniviti. D'altra parte la vicenda di Giona è allusiva a quella di Gesù. Egli rimase per tre giorni nel ventre della balena. E Gesù per tre giorni restò nel sepolcro. Da risorto vive presso il Padre, intercedente per noi. E il suo mistero pasquale è il grande segno "dell'infinito amore per ciascuno di noi."

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di entrare nel SILENZIO di Dio, del Suo essere MISTERO e non evidenza (com'è invece evidenza la matematica o la geometria!) Colgo le inconsistenze, la debolezza del mio credere, e invoco dal Signore di esserne guarito.

Gesù, mio adorato Crocifisso e Risorto, consenti anche a me, come a Tommaso, di toccare le tue piaghe e il Tuo costato trafitto. Concedi anche a me, come a Maria Maddalena, di aprire gli occhi del cuore sulla Tua realtà di Risorto. Che io sia rafforzato dall'entrare, con fede, nel Tuo Mistero pasquale: l'unica segno che conta!

Dalla voce di una mistica del XX° secolo
Non cercare di non soffrire né di soffrire di meno, ma di non essere sconvolto dalla sofferenza. La suprema grandezza del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio soprannaturale contro la sofferenza, ma un uso soprannaturale della sofferenza.
Simone Weil