Omelia (16-10-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede. Come vivere questa Parola? Questa pericope di Paolo è molto importante per il nostro cammino spirituale. Va però intesa bene. Il giudaismo imperante a quel tempo aveva esasperato il valore della legge mosaica con interpretazioni, tra l'altro, di un rigore e di un formalismo soffocante. Quel che si era perso per la strada era l'amore nutrito dalla certezza che Dio vuole salvi tutti gli uomini. Gesù è venuto a manifestare proprio questo: con la vita, la morte e l'insegnamento. E Paolo specialmente in questa sua lettera ai Romani, ha ribadito che non le opere esigite della legge, ma la fede nell'Amore è l'unica sorgente di salvezza. Ora, l'insinuazione sempre latente sta qui: se è la fede in Uno che già mi ha salvato con la sua morte in croce ciò che veramente conta, è perfettamente inutile che io impegni la mia volontà a sforzarsi di fare il bene. In questo ragionamento (sempre possibile anche oggi) sono scivolati i "quietisti" eretici di qualche secolo fa', ma sempre pronti a rappresentarsi nella storia della spiritualità con vari camuffamenti. No! L'esercizio della volontà è indispensabile. Non si educa né noi stessi né i giovani di cui siamo responsabili se non si mostra la volontà come un arco potente che, se ben teso, scocca la freccia nel campo di qualsiasi bene. Quello che però è distruttivo si chiama "volontarismo": la pretesa cioè di essere noi i protagonisti della nostra salvezza. Invece, ci salva la fede nell'Amore di un Dio che ha talmente amato da dare, in morte di croce, il suo figlio Gesù. Oggi, nella mia pausa contemplativa, invoco l'indispensabile luce dello Spirito Santo perché mi sia ben chiaro, dentro la mia storia personale, in che cosa devo migliorare senza confusioni né razionalizzazioni di sorta. Signore, aumenta la mia fede nell'AMORE; che è come dire: fammi entrare nel tuo mistero pasquale. La mia Fede non sia solo "conoscenza" ma "partecipazione", investimento del mio buon volere nella tua azione redentiva che libera. Perché senza la fede, le mie opere sono erba secca. Ma senza le opere la mia fede è morta. La voce di una mistica del secolo XX° "Noi dobbiamo, in silenzio, ascoltare per ore e lasciare agire la parola fino a che essa ci spinge a lodare Dio nella preghiera e nel lavoro." S. Edith Stein |