Omelia (12-01-2003)
padre Paul Devreux
Mc 1,7-11

Gesù lascia Nazaret per andare ad ascoltare Giovanni Battista. Non sappiamo quanti giorni si sia fermato li, ne se, visto la parentela, già si conoscevano, ma è facile immaginare che abbiano avuto piacere ad incontrarsi, e che abbiano parlato molto insieme. Gesù è affascinato da questo personaggio ormai famoso e esperto nell'annunciare la venuta del Regno di Dio.

Non sappiamo che coscienza aveva Gesù della sua identità; sappiamo solo che verso tredici anni, in visita al Tempio, manifesta uno spiccato interesse per le questioni religiose, e considera già Dio suo Padre.

Durante questo ritiro di preghiera sul Giordano, Gesù decide di farsi battezzare anche lui, non per imitare la folla, ne per mostrare l'esempio, perché tanto ancora non lo conosce nessuno. Penso che l'esempio di Giovanni Battista lo conferma nelle sue idee, e vuole tramite il Battesimo, manifestare a suo Padre, la sua volontà di mettersi totalmente al suo servizio; di collaborare con lui per farlo conoscere all'umanità, come lui già là conosciuto. Penso che negli anni passati a Nazaret, Gesù, da uomo e figlio di Dio, ha "ri-conosciuto" suo Padre e sperimentato il suo aiuto. Gesù desidera che tutti gli uomini conoscano suo Padre come lui l'ha conosciuto a Nazaret: pieno di attenzioni e servizievole. Comincia cosi la sua grande avventura che rivelerà all'uomo la Passione di Dio per le sue creature.

Gesù si spoglia e scende nell'acqua per ricevere il battesimo di Giovanni, ed ecco che alla sua grande sorpresa, Dio commosso, incapace di rimanere impassibile, apre i cieli, gli manda lo Spirito ed esclama: "Tu sei il mio Figlio ben amato, in te mi riconosco!".

Per Gesù è un momento indimenticabile. Sapeva di essere figlio di Dio, ma sentirselo dire da Lui in persona, è tutta un'altra cosa. Ormai Gesù si sente confermato e si lancia nell'evangelizzazione a tempo pieno.

Gesù invita anche noi a fermarci tutti i giorni per pregare e invocare lo Spirito Santo, affinché ci confermi nella nostra identità di figli e nella nostra missione.