Omelia (01-11-2019) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Matteo 5,1-12 Ogni anno che passa è sempre più difficile parlare di santità... Un po' perché sulla santità è stato detto praticamente tutto; un po' perché è facile scadere nel devozionale. E un po' perché più si invecchia, più la strada diventa ripida e dura; e la vetta (della santità), invece di farsi più vicina, sembra allontanarsi sempre più. La sapienza antica insegna che il saggio ha i capelli bianchi... Ma la vita smentisce spesso questo proverbio. Abbiamo vissuto abbastanza per poter dire senza tema di smentita che i difetti della gioventù, contro i quali abbiamo lottato in maturità, ricompaiono rincarati sul viale del tramonto... Un vecchio parla e agisce senza più autocontrollo, né censure... com'è, è... e mostra spesso di non essere affatto santo, o, almeno, così appare agli occhi e agli orecchi di chi deve prendersene cura... E costui - figlio, o badante che sia - sì che diventa santo! Morire a vent'anni: quel giovane era così entusiasta della vita, generoso, onesto, amante del bene, spensierato, ma con una fede già adulta. Ebbene, Dio lo ha chiamato accanto a sé, prima che il tempo e le vicende umane istillassero il veleno della malizia nella sua mente e nel suo cuore: opinione quantomeno discutibile; andatelo a dire ai suoi genitori!... Tuttavia, esternazioni del genere non fanno che ribadire il paradosso enunciato sopra: la convinzione che il tempo sia un gran medico, e più si invecchia più si migliora - come un buon vino -, altro non sono che stereotipi; e come tali vanno sfatati. Certo, gli stereotipi non aiutano, come, del resto, i luoghi comuni. Tuttavia potremmo dire: "c'è del vero" anche nei luoghi comuni e negli stereotipi. Tornando alla odierna festa di Tutti i Santi, almeno uno stereotipo è crollato: quello secondo il quale i modelli tipici della santità sono solo preti e suore... per la verità, più preti che suore... maledetto maschilismo! Da un secolo a questa parte l'esercito di Santi e Beati si è arricchito di padri e madri di famiglia; bontà sua, la Chiesa ha rivalutato la scelta matrimoniale come vocazione alla santità: nessuna ironia, intendiamoci! Il Vangelo fa un po' di chiarezza sui criteri di scelta, o, meglio, di discernimento, per riconoscere la santità: non è l'età, non è l'appartenenza ad una categoria privilegiata, non l'adesione ad uno stile di vita particolarmente austero e morigerato,... L'unica via alla santità è tracciata dalle Beatitudini. L'evangelista Matteo scrive durante la grande stagione delle persecuzioni, e sa che parole come beatitudine, beati,... indirizzate a chi vive ogni giorno come se fosse l'ultimo, in continuo pericolo di essere arrestato, torturato e infine ucciso, potrebbero suonare, anzi, suonano senz'altro come una provocazione offensiva, una presa in giro... L'uso del tempo futuro non vuole assecondare la convinzione, un po' romantica, forse, che questo mondo sia una valle di lacrime, e che ogni gioia sia rimandata ad un'altra vita - pensate se non ci fosse un'altra vita... se, al termine della nostra vicenda terrena, lunga o corta che sia, scoprissimo che non c'è più nulla.... Che bella fregatura! -. Il discorso della montagna è fondamentale per convincerci che il dolore non sarà per sempre, i tormenti non saranno per sempre, la fame e la sete non saranno per sempre, persecuzioni e torture non saranno per sempre... L'ultima parola, l'ultima realtà, la verità ultima non è la sofferenza, ma la gioia, non è il bisogno, ma l'appagamento, non sono la violenza e la divisione, ma la comunione e l'armonia. P.Timothy Radcliffe, già Maestro dell'Ordine Domenicano, insigne teologo e brillante predicatore, è recentemente intervenuto a Torino presso l'Arsenale della Pace di Ernesto Olivero, a parlare a giovani e adulti sul tema della speranza; titolo della sua conferenza: "È tempo di speranza". Ne parlo oggi, festa di Tutti i Santi, perché la speranza è il fondamento del Vangelo delle Beatitudini, e il segno distintivo della vera santità. Fr.Timothy ha ricordato che la speranza non è la convinzione che tutto andrà bene - come amano dire gli Americani... "It's all fine!... It will be fine!..." -; la speranza è la certezza che qualcosa ha senso. Anche la morte? Alla luce della fede, alla luce della vicenda di Cristo, anche la morte ha un senso; difficile, spesso, da riconoscere e da accettare... Ma chi l'ha detto che tutto ciò che ha senso sia facile e fonte immediata di gioia? anche questo è un luogo comune, uno stereotipo. È ancora il Signore a darcene conferma, quando accetta di morire sulla croce... nessun evangelista scrive che Gesù salì in croce col sorriso sulle labbra... Ve lo ricordate l'Atto di speranza? "Mio Dio, spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio compiere. Signore, che io non resti confuso in eterno." Bisogna concludere: auguro a tutti e a ciascuno di raggiungere la santità, nella vita presente, dando sempre il meglio di sé: a dare il peggio sono tutti capaci... ma non tutti riescono a dare il meglio in ogni situazione... È questo il segreto della santità. Tornati a casa, aprite il Vangelo di Matteo, al capitolo 5, e rileggete con calma la pagina che abbiamo proclamato oggi,...con quello che segue - capp. 5, 6 e 7 -. Ce n'è per tutti! del resto, tutti hanno il diritto di diventare Santi,...anche noi. |