Omelia (09-05-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda»". Come vivere questa Parola? Ciò che colpisce è la drasticità di Gesù nell'affermare che bisogna mangiare la sua carne e bere il suo sangue, se si vuole avere la vita in Lui, essere una cosa sola con Lui, in qualche modo diventare un prolungamento di Lui. Ciò è davvero sbalorditivo, per un'ottica solo naturale! E si capisce come quelli che ascoltano reagiscono: «Come Costui può darci la sua carne da mangiare?». Gesù non aggiusta il tiro, non si corregge. Eppure se si entra nell'ottica della fede che è credere a un Dio che "per primo ci ha amati" fino a tutte le conseguenze dell'amore, s'intuisce qualcosa del mistero eucaristico che – come dice il Papa nell'ultimo suo documento – è la vita stessa della Chiesa. E ciascuno di noi, in Cristo e per Cristo crocifisso e risorto, non è forse Chiesa? Ma è proprio a questo proposito che bisogna concretamente fare i conti con una pratica a volte depauperata dall'abitudine o dal secolarismo invadente. Per chi "va a Messa" ogni giorno o quasi (ottima cosa in se stessa) l'insidia è l'abitudinarietà o un devozionalismo che restringe la vita nella "privacy" del proprio benessere religioso: Io con Gesù. Gesù con me e coi miei (i miei cari per cui prego): punto e basta. Non è invece il caso di chiedere a Lui che mi assimili al suo modo di pensare e mi abiliti, come Lui, a "dare la vita" nelle mie giornate, per la Chiesa tutta e per l'umanità intera che potenzialmente è Chiesa? Non è il caso che Lo preghi di insegnarmi sul serio a vivere amando? Attenzione poi anche alle influenze del secolarismo. Credo che Gesù è spiritualmente in me e dunque non ho bisogno di partecipare con frequenza all'Eucaristia, di assumere la sua carne e il suo sangue. Diventa una pratica religiosa accanto alle altre, un "opzional" Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosto idealmente (o realmente se posso) davanti a un tabernacolo. E sto lì a recuperare, in profondità e concretezza, il senso della "Presenza reale" di Gesù nell'Eucaristia. Passo qualche tempo in adorazione silenziosa. Posso poi pregare: Signore Gesù, non sono uno scherzo le parole che hai detto, tanto meno sono il gusto del paradosso o della provocazione utopica. Sono la realtà più sconvolgente dell'amore. Fa' che me ne persuada con fede profonda e ne viva. La voce di un Padre della Chiesa Tu vuoi onorare il corpo del Salvatore? Non onorarlo con paludamenti di seta in chiesa, mentre fuori lo lasci intirizzito dal freddo e nudo. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo» e che con la sua parola ha operato la cosa, quegli ha detto: «Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare. Ciò che non avete fatto a uno dei più umili, lo avete rifiutato a me!». Onoralo dunque dividendo il tuo patrimonio con i poveri: perché a Dio non occorrono calici d'oro, ma anime d'oro. Giovanni Crisostomo |