Omelia (14-05-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre". Come vivere questa Parola? Queste parole di Gesù introdotte dall'espressione: "In verità, in verità vi dico" sono come un portale solenne su una realtà di Luce. Già lo aveva affermato il Signore quando aveva detto: "Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita" (Gv 9,12); ma in questo contesto, riprendendo questa affermazione Gesù sottolinea altre due cose: "non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo". Inoltre ci porta sempre più addentro alla sua UNIONE-DIPENDENZA dal Padre. È il Padre infatti che "ha talmente amato il mondo da dare (in croce!) il suo Unigenito, perché chiunque crede in Lui sia salvo. Ed è al Padre che Gesù, per così dire, "fa spazio, abnegando se stesso. "Chi crede in me non crede in me". "Io no ho parlato da me". Ed è proprio così facendo, è dentro il vuoto che Gesù fa in sé che il Padre si afferma e opera salvezza. Così la luce di Gesù è lo splendore del Padre che può rivelarsi. E non è questa la legge-cardine di ogni vera vita spirituale? "Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso". Oggi, nella mia pausa contemplativa, invoco luce e forza di Spirito Santo per vedere con chiarezza dove sono le ingombranti protuberanze del mio ego. Dico di volere il bene e di operarlo anche con generosità, ma se vengono toccati e manomessi i progetti che sono "miei" e non la pura volontà di Dio, se le mie idee sono contrariate, l'orgoglio in me s'inalbera e lo schieramento serrato che avviene è quello dei miei diritti conculcati, non quello delle vere urgenze del Regno. Gesù, sii Luce al mio cammino. Che in Te io veda l'ingombro del mio ego e lo rinneghi, per volere davvero quello che con Te vuole il Padre che è SALVEZZA La voce di un Pastore del VI secolo Sorveglia il tuo cuore con la massima attenzione, in modo da non compiacerti con te stesso. Considerati invece sempre inferiore a tutti e ricorda che qualunque bene la vita ti abbia riservato, devi attribuirlo non a te che lo hai ricevuto, ma a Dio che te lo ha dato. Martino di Braga |