Omelia (05-01-2003)
padre Fiorenzo Mastroianni
Inno all'Uomo-Dio

Il Prologo giovanneo inizia con parole solenni: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio"; continua narrando la sua venuta nel mondo come luce che, splende nelle tenebre, e si conclude con le parole: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato".

o 1 /La luce del Tabor La Chiesa ripropone alla nostra riflessione il vangelo della messa del giorno di Natale: il Prologo del vangelo di Giovanni che è tutto un inno a Gesù Uomo-Dio. Giovanni scrive dopo vari anni di riflessione sull'esperienza triennale vissuta con un Uomo eccezionale, rivelatosi Figlio di Dio. Giovanni, Giacomo suo fratello, e Pietro, ebbero il privilegio di essere intimi col Signore. A differenza degli altri nove apostoli e dei settantadue discepoli, questi tre seguivano l'Agnello dovunque andava e conoscevano segreti tenuti nascosti agli altri. Quando Gesù si trasfigurò in luce sul monte Tabor, solo questi tre erano presenti. Segnati da quella esperienza, la tennero segreta fino alla risurrezione di Gesù, come egli aveva ordinato. Essi "tennero per sé la cosa", dice Marco (9,10), e Giovanni non ne parlò mai, neppure nel suo Vangelo, benché questo sia tutto pieno di quella luce del Tabor. Nel Prologo giovanneo, Gesù è definito subito "la Luce vera" (tofos to alethlnòn, Gv 1,8).

o 2/ Esperienza di gloria L'esperienza della vicinanza al Cristo viene definita come esperienza di "gloria": "E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14). Il Battista viene definito "testimone della Luce" (Gv 1,8). La luce illumina l'intelletto ed è condizione indispensabile per l'azione, poiché "nella notte nessuno può lavorare" (Gv 9,4). Gesù è il Verbo, l'epifania del Padre, ed è Dio come il Padre..

o 3/ No alla luce Per mezzo del Verbo fu fatto il mondo e fu creata tutta la "gente" che è nel mondo, che però rifiutò la luce quando venne a risplendere nelle tenebre. Questa "gente" è "la sua gente", a cui Egli dà l'opportunità di diventare figli di Dio a somiglianza di Lui e con Lui, solo credendo nel suo nome.

o 4/ L'umanità di Cristo Ma Giovanni, mentre era ancora in terra, esperimentò con Giacomo e Pietro, molto da vicino, anche l'umanità di Gesù. Questi tre, nell'Orto degli ulivi, lo videro sudar sangue, nel sinedrio lo videro giudicato e condannato, nel pretorio coronato di spine, percosso e insultato; sotto la croce, Giovanni ne contemplò le piaghe una ad una; dal suo costato vide sgorgare sangue ed acqua, fonti di vita. Per questo, il tema della "Vita" corre parallelo a quello della Luce, nel Prologo del discepolo amato dal Signore. Gesù è la Vita da cui emana tutta la luce necessaria agli uomini, per intendere ed operare: "la Vita era la luce degli uomini" (Gv 1,4). Infine lui solo, Giovanni, ereditò da Gesù - come suo "bene" speciale - Maria, che divenne madre sua e di tutto il genere umano. Maria in cui "il Verbo si fece carne ed abitò fra noi".

o 5/ La duplice esperienza e noi È questa duplice esperienza - della divinità e dell'umanità di Gesù - che viene descritta mirabilmente, in forma di inno e di canto, nel Prologo giovanneo. In Gesù "abita in maniera corporea tutta la pienezza della divinità": e da questa pienezza "noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia" (Gv 1,16). Noi tutti siamo chiamati a fare la stessa esperienza di Giovanni, soprattutto in questi giorni natalizi, in cui abbiamo contemplato il Bambino deposto nella mangiatoia, abbiamo ascoltato il canto degli angeli rivolto ai pastori, e - nell'epifania - abbiamo visto la stella che guida i magi dall'Oriente a Betlemme. A 2000 anni dalla venuta sulla terra del Figlio di Dio, dopo tanti pronunciamenti conciliari e tanti scritti di Padri, Dottori, Papi e Santi, non si può ritenere una favola l'impatto dell'Uomo-Dio nella storia dell'umanità. Ogni uomo deve conoscere la più sublime delle verità: che in Gesù, il Padre "ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi" (Ef 1,4s). La storia del Cristo non viene narrata per un diletto spirituale, ma è una "buona notizia" che coinvolge l'umanità intera. Dio è luce, ma per gli uomini; Dio è vita, ma per gli uomini; Dio è salvezza, ma per gli uomini! E a tutti gli uomini ha dato una Madre, come vigile custode e nutrice di vita spirituale! Chi resta insensibile o indifferente a questa "notizia", o non l'ha capita o, considerandola estremamente bella e sorprendente, la ritiene una favola. Quella cristiana, è appunto Vangelo, la "buona notizia" in assoluto.