Omelia (08-12-2019)
diac. Vito Calella
Le due visite: «Dove sei?» e «Salve, piena di grazia! Il Signore è con te»

«Dove sei?»
Eva ci rappresenta tutti, perché ciascuno di noi si può immedesimare in lei "donna - umanità", continuamente insidiata al suo calcagno dal serpente della tentazione di voler dominare la propria vita e le proprie relazioni con l'arroganza di decidere da se stessi ciò che è bene e ciò che è male, mettendo al primo posto, stupidamente e illusoriamente, la propria individuale e incondizionata libertà. L'iniziativa umana di volere e potere bastare a se stessi genera solo disastri nelle relazioni con tutto ciò che ci circonda e soprattutto con gli altri, nostri simili. Si infrange improvvisamente e facilmente il delicato equilibrio del rispetto reciproco e della comunione, percepibile nella figura di Adamo, accusatore della sua Eva, per aver mangiato il frutto proibito dell'albero della conoscenza del bene e del male. Ma dietro il disastro della rottura di comunione umana, a causa del serpente dell'egoismo umano individuale, additato da Eva, si cela il dramma dell'isolamento più radicale nel quale ciascuno di noi può ritrovarsi: il dramma dell'essere soli senza Dio, vittime dei condizionamenti del proprio egoismo, di cui il serpente è la raffigurazione simbolica..
«Dove sei?» (Gn 3,9b) Anche quando siamo nel buio della mancanza di comunione con gli altri, risuona questa voce di speranza. È la voce paziente del Padre, per mezzo del Figlio, con il dono dello Spirito Santo, già presente in noi: Dio viene instancabilmente a cercarci quando il nostro cuore è in frantumi, sia per gli effetti delle nostre azioni egoistiche che hanno rotto la comunione con gli altri, sia per gli effetti delle azioni malvagie degli altri che non rispettano la nostra e altrui dignità umana.
«Dove sei?»: è la visita di Dio nel dramma della nostra situazione di peccato, nel dramma della comunione infranta sia dalla nostra arrogante libertà, sia dalla stupida irresponsabilità degli altri. La comunione spezzata è simbolizzata dalla separazione tra Adamo ed Eva, entrambi schiavi dell'astuzia del proprio voler bastare a se stessi. La nostra vita procede continuamente tra conflitti e divisioni causate dal serpente insidioso del nostro egoismo.!
«Salve, piena di grazia, il Signore è con te!» (Lc 1,28): è la visita di Dio, visita sconvolgente, inaspettata nella vita e nel cuore di una ragazzina umilissima di uno sperduto villaggio di Galilea, chiamato Nazareth, promessa sposa di un giovane chiamato Giuseppe: il suo nome era Maria. Maria era una creatura umana e fragile come Eva, come ciascuno di noi. Ma c'era in lei una capacità straordinaria di custodire nel cuore ogni parola di Dio che sapeva ascoltare nella sua preghiera personale, in famiglia e nella piccola sinagoga di Nazareth. Maria sapeva saziarsi dell'albero della vita della Parola di Dio, perché ce lo ha dimostrato nel canto che scaturì dal suo incontro con sua cugina Elisabetta: un canto impregnato di ricordi delle Sacre Scritture. Ce lo ha dimostrato anche in quella sua capacità recettiva di custodire e meditare tutto quanto succedeva nella sua vita quotidiana, come ci ricorda l'evangelista per ben due volte: «Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19.51). La sua scelta fondamentale non fu quella di decidere da sé la conoscenza del bene e del male, ma fu quella della consegna di tutto se stessa, come una schiava dei suoi tempi, alla voce potente della Parola di Dio custodita nella sua preghiera personale e comunitaria. Il suo essere "immacolata" fu il suo saziarsi a volontà dell'albero della vita della Parola di Dio per diventare, al tempo stabilito, con tutta la sua corporeità vivente e amante, il tempio accogliente della Parola definitiva di Dio, Parola fatta carne come la nostra carne, con la potenza dello Spirito Santo. Maria, nella sua piccolezza, fu prescelta dal Padre, fin dalla creazione del mondo, per essere la prima immacolata, cioè la prima a sperimentare nella sua esistenza che veramente non siamo mai soli e abbandonati alla schiavitù del serpente del nostro egoismo, provocatore di divisione, siamo tutti «pieni di grazia». Il nostro vero destino è quello di scoprire che siamo da sempre e per sempre abitati dalla Presenza prioritaria e gratuita dell'Amore del Padre. Come lei, anche noi siamo predestinati ad essere «santi e immacolati nell'amore» (Ef 1,4b), a tu per tu con Padre e il Figlio nello Spirito Santo; a scoprire che anche tutto il nostro esserci nel mondo con la nostra corporeità vivente è finalizzato solo all'essenziale dell'unità nella carità tra noi, a partire dagli ultimi, grazie al dono dello Spirito Santo. Lo scopriamo già presente in noi, accostandoci all'albero della vita della Parola di Dio, come Maria di Nazareth, e soprattutto all' «albero della vita» della morte, sepolture e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Maria, tu fosti il primo tempio dello Spirito Santo, scelta e preparata ad accogliere il «Figlio dell'Altissimo», con il tuo «Eccomi», pronunciato come atto di consegna libera di tutto te stessa, alla visita di Dio nella tua vita. Ti «proclamiamo beata»; giorno dopo giorno aiutaci a pronunciare il nostro personale e libero «Sono qui» alla domanda di Dio: «Dove sei?».