Omelia (12-01-2003) |
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Venne per farsi battezzare... Siamo alla fine del tempo liturgico del Natale. Abbiamo cantato e gioito per il dono del Figlio di Dio che "si è manifestato nella nostra carne mortale" (Colletta): ora deve nascere in noi un desiderio di conoscenza e di condivisione che è la sintesi di tutta l'esperienza cristiana. Mi trovo, questa volta, a preparare la riflessione per l'odierna Liturgia domenicale dopo che un giovane ha appena terminato di raccontarmi le sue difficoltà a seguire Gesù Cristo. Provo a dargli delle indicazioni e dei suggerimenti, ma mi accorgo che 'vuole pensarci'. Anche in lui come in tanti c'è da (ri)costruire l'immagine di Dio... Ed è su questo versante che mi piace offrire qualche spunto di meditazione sulla liturgia di questa domenica che ci riconsegna il mistero di Gesù con tutta la sua forza e, soprattutto, con tutta la sua ricchezza di grazia che abbondantemente riversa sugli uomini e nel mondo. E' l'invito, semplice ma esplicito, a rivolgerci la domanda che è alla base di ogni conoscenza religiosa: "Chi sei, Signore Gesù?", "Quanto vale seguirti?", "Quale atteggiamento mi chiede perché la sequela sia più possibile?". Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza Attraverso un linguaggio simbolico il Profeta Isaia ci offre la possibilità di cogliere i benefici che Dio elargisce agli uomini: un'acqua abbondantissima, vino e latte gustosissimi, cibi succulenti. Sembra facile dirlo - e molto difficile percepirlo, ma anche questo è grazia -, ma solo Dio sazia il cuore dell'uomo e lo mette nelle condizioni di realizzare in pienezza la propria vita. Guardo con intensità questo nostro tempo, con il suo modo di pensare e con i suoi stili di vita: mi accorgo della frenesia della nostra vita e, soprattutto, dell'ansia quotidiana per cercare 'quelle cosé che ci soddisfano o ci garantiscono i surrogati della felicità. E sento, nello stesso tempo, il grido del papa di qualche settimana fa' che ci ricordava che l'uomo di oggi "non sente la mancanza della mancanza di Dio". E' difficile oggi evangelizzare perché percepiamo - e forse ne siamo imbevuti anche noi - una sorta di corsa alla ricerca di sorgenti 'alternative' a quelle di Dio e non ci accorgiamo che, come qualcuno ha scritto, 'solo Dio basta. Non ti turbi nulla!. Allenati all'ascolto C'è un uomo in cui Dio si compiace, cioè si diletta solo a guardarlo. L'invito di qualche evangelista è quello di 'ascoltarlo. Chissà cosa vorrà dire questa richiesta. Nel mondo biblico l'ascolto è il verbo dell'uomo di Dio, che non ha mai uno sguardo autoreferenziale e non si pone al centro delle proprie attenzioni: l'uomo di Dio è un uomo che si 'decentrà. Ascolta gli altri; anzi ascolta l'Altro. Ha compreso e interiorizzato che, per realizzare la propria ansia di felicità, non solo deve "cercare il Signore mentre si fa trovare", ma deve anche "porgere l'orecchio a colui che largamente perdona". Viviamo in una civiltà senza ascolto. Ecco perché è 'difficile' credere in Dio. Arrabbattati in mille fughe quotidiane e assordati da rumori insistenti senza dei quali non sappiamo più vivere, oggi la liturgia ci dona la possibilità di capire che l'esperienza di Dio è l'esperienza dell'ascolto, del silenzio che pensa (quanto è difficile trovare pensatori oggi!), dell'intelligenza che cerca e vuole assaporare solo ciò che è vero. Perché seguire Gesù? Vale la pena mettersi alla scuola di questo Maestro? Marco ci ricorda che 'su di lui si è posato lo Spirito del Signore" e, grazie a tanto dono, saremo battezzati (cioè immersi) in questa sorgente inesauribile di gioia e di forza. Chissà quando impareremo a capire che Dio è l'amico degli uomini e che è venuto solo a riempirci di 'grazia' e a rendere la nostra vita appagata e soddisfatta nella logica del Regno, che è logica di donazione e di generosità... Dio si manifesta, alle acque del Giordano, e ci indica lo stile della sua presenza che è 'condivisioné, adesione e partecipazione alla vita degli uomini... La fede nasce quando siamo capaci di accorgerci e di ascoltare le dolci e, talvolta, indecifrabili segnali della Sua presenza... L'amore di Dio trasforma l'esistenza Ogni giorno veniamo generati da una sorgente di novità che è l'amore di Dio. Ne abbiamo un po' di vergogna a parlarne.... Tutte le volte che mi trova in consessi 'alti' di pensiero, sento sempre sottolineare dati fondativi così teorici che lasciano il tempo che trovano... Eppure il fondamento di tutto, per noi credenti, è che Dio ci ama e che da questo amore nasce uno stile di vita, per nulla 'gravoso', che è improntato sull'amore. S. Giovanni ci ricorda: "Chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?". Provo a tradurre: vince il mondo che, accolto Dio, sa trasformare la sua vita in un'esperienza di amore. S. Agostino direbbe: "Ama e fa' quello che vuole". Sarebbe bellissimo se oggi provassimo ad accorgerci e a convincerci che la vita realizzata è solo quella fondata sull'amore: Dio è venuto perché gli uomini si ricordino di amare. E se c'è l'amore, nella vita non manca nulla. |