Omelia (11-11-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Dio ha creato l'uomo per l'immortalità...Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,...sono nella pace, la loro speranza è piena d'immortalità...coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore.

Come vivere questa parola?
La speranza cristiana, nella fede, libera oltre la caducità della morte poiché Dio ci ha resi partecipi della sua eternità. Il testo sacro afferma che Egli ha creato l'uomo "in direzione" dell'incorruttibilità, ossia orientato per grazia verso la vita immortale, splendidamente definita più avanti dallo stesso libro della Sapienza come "stare vicino a Dio". Questa è la meta, al di là di ogni apparente insuccesso e "pena breve".
Ma come 'direzionarci' verso la Vita e abitare presso il Signore fin da ora?
Ecco, inoltrandoci speditamente su vie di quotidiana fedeltà, consolati dalla certezza di vivere alla Sua presenza, di stare nelle Sue mani, sempre confidando in Lui, affinché anche nel crogiuolo della prova Egli ci possa trovare degni di sé. E non importa se agli occhi degli increduli sembriamo dei perdenti o degli illusi. Ciò che conta è l'essere graditi a Dio, come offerta di soave odore. Anche quando ai nostri stessi occhi, annebbiati dalla fatica e dal dubbio, la speranza vacilla e i nostri sforzi sembrano votati al fallimento, aggrappiamoci alla certezza che su di noi regnerà per sempre il Signore. Così ogni debolezza può diventare addirittura spazio interiore in cui meglio si manifesta la potenza di Dio. Basta entrare nella consapevolezza che il mio vivere, come inizio di eternità, è già fin d'ora nella mano potente di Dio e avvolto dal suo amore senza fondo. E' Lui che mi crea in ogni istante, mi libera e vivifica, se accolgo volentieri la dinamica del provvisorio. Così, pur patendo il travaglio d'essere "brevi di giorni e sazi d'inquietudine, come fiore che spunta e avvizzisce" (Gb 14,1-2), ecco la gioia! Quanto è dunque importante che la conoscenza amorosa, sapienziale del Signore diventi sempre più sole e luce delle nostre giornate!

Oggi nella mia pausa contemplativa chiedo al Signore d'imparare a contare i miei giorni per giungere alla sapienza del cuore (cfr. Sl.90,12), ripetendo con serena fiducia, sul ritmo del respiro:

Veniamo da Te, o Padre, e torniamo a Te. Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te. Custodiscimi perché io sia sempre vigile in direzione della Vita che non finisce mai, sospinto dall'unico desiderio di starti vicino per vivere presso di Te nell'amore.

La voce di un grande mistico
Sta l'uccello nell'aria, / la pietra nel suolo, / vive nell'acqua il pesce, / il mio spirito nelle mani di Dio.
Angelus Silesius