Omelia (22-11-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della resurrezione dai morti, non prendono moglie né marito.

Come vivere questa Parola?
I sadducei "che non credevano alla resurrezione dei corpi e giudicavano che le anime morissero insieme con questo", pongono a Gesù una questione al riguardo, attraverso la storia di una donna che sopravvive a ben sette mariti. A chi apparterrà questa donna nella resurrezione? Chiedono gli oppositori di Gesù. E il Signore ha una risposta che non solo travolge la presunzione del loro argomentare, ma spalanca l'orizzonte della luce che non viene meno. E' un orizzonte di vita totalmente nuovo, dove il nostro essere uomini e donne risplende per una libertà e pienezza che supera di gran lunga certe realtà terrene. E una di queste è la sessualità: il suo esercizio che quaggiù è sacrosanto perché ordinato al piano di Dio, che è collaborare con Lui al perdurare della specie; ma dopo non avrà più ragione di essere: "Saranno come angeli in cieli", partecipi del loro splendore e della loro agilità e bellezza d'espressione in funzione di comunione. Va dunque fatto il punto su due realtà che sprigionano certezze solari. Anzitutto sulla resurrezione. Noi siamo, in speranza, "figli e figlie della resurrezione". In noi, già ora e qui, esplode vivificandoci la vittoria di Cristo Gesù sulla morte. L'altra realtà riguarda il sesso. E' un dono di Dio finalizzato a una comunicazione così intima tra il marito e la moglie, da renderli, come dice il Signore "una sola carne". Il Papa, circa il corretto uso della sessualità, parla addirittura di "linguaggio del corpo". Però, come ogni linguaggio che si rispetta deve essere usato in modo "pulito". C'è una dignità, una sacralità da rispettare sempre. E c'è una consapevolezza da acquisire sempre di più: la persona, eco del grande "IO SONO" di Dio, è immortale; il sesso e il suo esercizio non lo è.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi tufferò come un pesciolino nel gran mare del sapermi fatto per la resurrezione. E ne gioirò. Ringrazierò poi il Signore per la realtà del mio sesso: una positività da circondare di rispetto ma da considerare caduca.

Signore, fammi persuaso che io vivo amando e che l'amore viene da Te e a Te conduce, o Amore eterno!

La voce di un monaco cistercense
Castità per il Regno? Bisogna aver fatto a sufficienza (e per quanto è possibile) la verità dentro di sé per evitare i due pericoli della fuga e della negazione. Ci sono celibati che potrebbero essere delle fughe dalla sessualità, povertà che potrebbero essere un'avarizia mascherata, obbedienze che cercano di giustificare la paura di qualsiasi conflitto.
André Louf