Omelia (15-08-2005) |
mons. Antonio Riboldi |
Maria Santissima meravigliosa donna Ieri ci siamo fatti prendere dalla meraviglia della fede della donna Cananéa, che fu tenace nella sua fede e preghiera per la figlia ammalata. "Signore, aiutami!" Ed abbiamo potuto contemplare la prova che Gesù attendeva da quella donna, fino a esprimere la sua meraviglia dicendo: "donna, davvero grande è la tua fede". Oggi la Chiesa ci presenta alla contemplazione la solennità di un'altra donna, la donna per eccellenza, ossia Maria, Madre di Dio, Assunta in cielo. Qui siamo di fronte ad una delle meraviglie dell'amore di Dio, ossia quella di farci partecipi della sua felicità nella eternità, sia pure passando attraverso la morte, "pena del peccato originale". Maria, l'Immacolata, la piena di grazia, non aveva mai conosciuto il peccato; era stata preservata da Dio perché fosse Madre senza macchia del Figlio Suo. La risposta di Maria alla proposta dell'Angelo, dopo una leggera titubanza dovuta alla sua immensa umiltà, fu "Si compia in me la tua parola". Sia pure sotto altra forma, sembra di assistere, nel Mistero della annunciazione, nel dialogo tra Maria e l'Angelo, che metteva alla prova il "sì" e la fede di Maria, il dialogo tra Gesù e la Cananéa. Se alla Cananea Gesù disse: "grande è la tua fede, davvero, donna!", sarà Elisabetta – da cui Maria andò per visitarla dopo che l'Angelo aveva detto che, nonostante l'età, sarebbe diventata mamma di Giovanni Battista – a esaltare Maria "Piena di Spirito Santo, esclamò a gran voce: Benedetta tu fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del signore!" (Lc 1,39-56). Ogni volta mi reco in Terra Santa, cerco di immaginare la vita della Sacra Famiglia in quella che allora era una borgata poco stimata. Una Mamma che agli occhi di tutti certamente passava inosservata o forse conosciuta per la sua riservatezza e santità. Una mamma tutta cura e amore per il Figlio affidatole da Dio, ìl Padre. Un amore che era come educare e seguire le orme che il Padre aveva tracciato nel Figlio. Una donna che doveva essere meravigliosa per la sua modestia, serenità, amore, nascondimento. "La donna" per eccellenza: ossia quello che tutti avremmo dovuto essere se non ci fosse stato il peccato di Eva ma che ora siamo chiamati a diventare. La mamma che non lascia suo figlio mai, seguendolo nella sua missione tra di noi, condividendo povertà, amore e odio. Fin sotto la croce. "Sotto la croce stava sua madre", racconta Giovanni evangelista. Condividendo tutto, anche se a volte non le riusciva facile capire ciò che accadeva, come quando Gesù si volle perdere nel tempio a Gerusalemme, a 12 anni o, forse, sotto la croce. Ma in lei c'era la certezza che in Lui si compiva un disegno del Padre, quello del ritorno dei figli a "casa", come è nella parabola del figlio prodigo. E la certezza l'ebbe nella resurrezione del Figlio. Tutto allora fu chiaro ed accettò di essere per un tempo Madre della Chiesa, e quindi nostra, nei primi difficili passi, dalla Pentecoste fino a che venne il momento di tornare a casa, vicino al Figlio e con tutti noi, ma senza essere toccata dalla morte, Partecipando alla resurrezione "fu assunta". La morte non poteva sfiorare chi non aveva, mai conosciuto il peccato, ma aveva vissuto solo l'amore. E' il grande dono, immenso, che dovrebbe essere il senso della nostra vita qui. Un giorno torneremo a "casa" con lei e tutti i santi...ma noi passando per la morte che è solo, ripeto, un divenire, nella resurrezione, rivestiti di gloria, quella di Dio, per sempre. "L'Assunzione di Maria al Cielo, affermava Paolo VI, ci obbliga con suadente invito a verificare se la via che ciascuno di noi percorre, è rivolta verso il sommo traguardo e a rettificarla decisamente verso di esso. Nessuna età, come la nostra, è stata tentata di temporalismo, cioè di amore alle cose presenti, come se queste fossero gli unici e sommi beni da conseguire; perché nessuna, come la nostra età, è stata capace di scoprirli fecondi e stupendi. Ed è forse per questo che la Provvidenza ha disposto che la verità della Assunzione della Madonna vi fosse proclamata...Dobbiamo perciò alzare le nostre teste, che sono piegate ed appassionate verso il solo orizzonte terrestre: "Levate la testa, ci dice Gesù, perché la vostra liberazione è vicina". Ci tocca questo mistero dell'Assunzione, anche se sembra non ci interessi. Quante volte "parliamo" con i nostri cari defunti, certi che sono vivi di una pienezza di vita in cielo. Quante volte abbiamo esclamato davanti alla morte di persone buone: "Queste vanno diritte in Paradiso!" Conosco un ateo, grande ricercatore, che perse l'unica figlia in un incidente stradale. "Ogni mattina mi reco a Messa, anche se non credo, sono certo che mia figlia è lì e le parlo e lei mi ascolta...se no a che servirebbe amare? Tutto può finire, ma l'amore sono certo sfugge alla morte". Ed era un ateo, o si diceva tale. Certamente tutti abbiamo vivo il ricordo della morte dell'amato Giovanni Paolo II: quella tomba in mezzo ad una piazza, con quei fogli del Vangelo, che sembravano voler sfuggire alla sorte della morte, per proclamare la loro eterna giovinezza. C'era tutto il mondo silenzioso e commosso. Ed era difficile pensare ad un Papa morto, tanto che l'allora Card. Ratzinger, ora Papa Benedetto, disse: "Possiamo essere sicuri che il nostro papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede, ci benedice. Sì, ci benedica, santo Padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà adesso alla gloria eterna del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore" (dalle esequie in morte di Giovanni Paolo II). Ogni volta mi reco a qualche pellegrinaggio, nella processione serale, quando a fare contorno ai fedeli sono le candele accese e pare che le stelle rispondano con la loro luce, che sembra a volte muoversi come quella delle candele, sentendo il canto: "Andrò a vederla un dì, in cielo, patria mia, andrò a veder Maria, mia gioia e mio amore. Al ciel, al ciel, andrò a vederla un dì", mi prende una grande nostalgia del cielo e la terra davvero sembra l'esilio da cui attendiamo la liberazione nella morte e questa non ci fa paura perché sappiamo che Maria Assunta ci attende. Che sia così. |