Omelia (15-08-2005) |
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"Nel mistero dell'assunzione si esprime la fede della Chiesa, secondo la quale Maria è unita da uno stretto ed indissolubile vincolo a Cristo, perché, se madre-vergine era a lui singolarmente unita nella sua prima venuta, per la sua continuata cooperazione con lui lo sarà anche in attesa della seconda...[...] Maria, serva del Signore, ha parte in questo Regno del Figlio. La gloria di servire non cessa di essere la sua esaltazione regale: assunta in cielo, ella non termina quel suo servizio salvifico, in cui si esprime l mediazione materna, fino al perpetuo coronamento degli eletti. Così nella sua assunzione al cielo, Maria è come avvolta da tutta la realtà della comunione dei santi, e la stessa sua unione col Figlio nella gloria è tutta protesa verso la definitiva pienezza del Regno, quando 'Dio sarà tutto in tutti'. " Redemptoris Mater di Papa Giovanni Paolo II * L'odierna festività chiude il ciclo delle tre grandi celebrazioni liturgiche che riguardano la Santa Vergine Maria, nelle quali si sintetizza il suo 'ruolo' nella Storia della salvezza: l'Immacolata, l'Annunciazione, l'Assunzione. Sono 'momenti' significativi, che la Chiesa esalta e canta, anche come momenti iconici della vita cristiana. * Una prima riflessione. L'Immacolata e l'Assunta fanno inclusione. Sono come un mistico prezioso anello che incastona il fulgore della gemma preziosissima: l'Annunciazione del Verbo che si fa carne nel seno purissimo di Maria. L'Immacolata celebra l'intatta, creaturale bellezza di Maria, la "Panaghia", la "Tutta santa", la "Tota Pulchra", mai sfiorata dal peccato. L'Assunta celebra la perfezione assoluta di quella bellezza, raggiunta attraverso il cammino esistenziale della fede obbediente a Dio. Nell'Annunciazione Maria con il perfetto "Sì" della fede obbediente sotto l'onnipotente azione dello Spirito Santo, ha potuto offrire nel suo grembo la carne umana al Figlio di Dio nella sua discesa redentrice nella storia dell'umanità (e del cosmo), divenendo la Madre di Dio, la "Theotokos"! Ma in queste tappe esistenziali di Maria possiamo leggere in filigrana anche la nostra storia. Nell'Immacolata infatti possiamo intravederne la prima pagina: nel divino disegno creaturale l'uomo avrebbe dovuto avere l'intatta freschezza dell'Immacolata. Quel disegno, compromesso, ma non distrutto dal peccato, è stato faticosamente ricomposto sulla croce dal Verbo incarnato e restituito alla libera accettazione dell'uomo nella fede obbediente. Così, mentre nell'Immacolata intravediamo quale avremmo dovuto essere nel piano creaturale di Dio, nell'Assunta, nella quale la nostra ritrovata integrità rifulge nella sua definitiva immutabile pienezza, contempliamo ciò che siamo chiamati a raggiungere nella fede della sequela pasquale di Cristo Signore e nell'obbedienza alla sua Parola, al termine del nostro cammino esistenziale sulla terra. Maria cosi a buon diritto è detta icona escatologica della Chiesa, la quale nelle celebrazioni liturgiche a Lei dedicate, attualizza quella che è chiamata a diventare quando si trasmuterà nella Gerusalemme celeste, suo destino e meta, mentre da voce alla inespressa nostalgia di quello che l'umanità avrebbe dovuto essere nel piano di Dio se non ci fosse stato il peccato... * In quest'ottica diamo un rapido sguardo alle Letture della odierna celebrazione eucaristica. * La 1^ Lettura tratta dal capitolo 12 della Apocalisse, è una splendida profezia simbolica: "Nel cielo apparve una segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul capo." Questa Donna che sta per dare alla luce un Figlio, è insidiata da un dragone, il serpente della Genesi il seduttore della donna, la quale a sua volta indusse al peccato Adamo, quel peccato che secondo la lettera ai Romani (8,21s) ha avuto tragica ripercussione sul cosmo intero, perché coinvolto nella sorte dell'uomo, suo vertice. La profezia della Genesi (3,15) annunciava l'insidia di quel serpente che avrebbe perseguitato la discendenza della donna. L'Apocalisse vede in atto quell'insidia alla quale fa Donna sfugge perché salvata da Dio. II cosmo, ormai riscattato dalla redenzione pasquale dell'uomo, riveste della sua bellezza la Donna che da alla luce un Figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni, perché il suo luogo è lo stesso trono di Dio: è Gesù Cristo. Questa Donna chiaramente 'simbolica, vincitrice del serpente antico, nell'interpretazione dei Padri è il simbolo del popolo santo dei tempi messianici, quindi della Chiesa, ma anche di Maria, la Madre del Redentore, che schiaccia la testa del drago con la vittoria pasquale del Figlio. Nella Liturgia odierna l'Assunta è quella Donna definitivamente vittoriosa. È Lei che viene cantata nel Salmo responsoriale, Lei Regina che sta alla destra del Re, suo Figlio, nello splendore delle sue vesti di Sposa. * Nella II^ Lettura Paolo dopo l'affermazione fondamentale della risurrezione di Cristo, con estrema chiarezza afferma che nella sua risurrezione saranno coinvolti tutti gli uomini, come il primo Adamo li ha tutti coinvolti nella morte, conseguenza del peccato. La fede della Chiesa, maturata attraverso secoli di riflessione, alla luce dello Spirito promesso dal Signore quale guida che avrebbe gradatamente introdotto "in tutta la Verità" (Gv 16,13), è approdata (nel 1950) alla dichiarazione del dogma della Assunzione in cielo della B.V. Maria, prima redenta e pertanto prima partecipe della risurrezione del Figlio, dopo averlo 'seguito' nel suo momentaneo passaggio attraverso la morte. È come il frutto per eccellenza della Pasqua di Cristo, nel suo ritorno al Padre e del dono della Vita nuova nello Spirito. * Infine nell'Evangelo di Luca l'esplosione dell'esultanza del 'magnificat' di Maria, nella quale l'attualizzazione liturgica coinvolge la Chiesa e in essa ogni assemblea della celebrazione eucaristica odierna. "La mia anima esulta nel Signore... grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente! Veramente grandi cose si sono realizzate in te, Maria, ma non soltanto in te, perché in ogni uomo redento già vanno compiendosi le meraviglie frutto della Pasqua del Signore. Mentre in Te, Maria, oggi le contempliamo già compiutamente realizzate, sono per noi garanzia dello stesso pieno compimento che un giorno sarà nostro nella Gerusalemme del cielo. Commento a cura delle Benedettine di Citerna |