Omelia (11-12-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore -, tuo redentore è il Santo di Israele. Come vivere questa Parola? Più volte il profeta Isaia proclama Jahweh redentore d'Israele, in ebraico go'el, Colui che riscatta. Il titolo di go'el presupponeva un vincolo di sangue ed era prerogativa del parente più vicino che, per mantenere l'integrità e la continuità del clan, s'impegnava a farsi carico dello stato di miseria del consanguineo riscattandolo dalla schiavitù, se questi era stato costretto a vendersi come schiavo, o riacquisendone la terra, venduta per indigenza. Dio è dunque, non solo liberatore, difensore, protettore, avvocato, consolatore, ma il parente più stretto che prende su di sé la nostra storia e per amore la riscatta, recuperandoci alla dignità di figli. Gesù Cristo, afferma l'apostolo Paolo, è il go'el "che ha dato se stesso per riscattarci e formarsi un popolo puro che gli appartenga" (cfr. Tt 2,14). Tocca a noi recuperare queste radici parentali rivisitando in preghiera il mistero dell'incarnazione e disponendo il cuore all'irrompere della salvezza. Come si potrebbe, del resto, "considerare e comprendere ciò che ha fatto la mano del Signore" senza coltivare la dimensione contemplativa della vita che ci rende via via più consapevoli della nostra identità spirituale? Nelle profondità del cuore è nascosto, infatti, il codice genetico della nostra filiazione divina. Oggi, sostando in contemplazione del mistero di Cristo mio go'el, mi nutrirò di silenzio interiore per far luce sulla mia identità spirituale fino a giungere alla frantumazione del cuore, rimuovendo ogni sacca di apatia, abitudinarietà e resistenza all'amore di Dio. Questa la mia preghiera: Metti a nudo il mio cuore, Signore, e riscattami, aiutandomi a chiamare per nome quelle sacche di resistenza al tuo amore che m'impediscono di recuperare la mia dignità di figlio. La voce di profeta del nostro tempo L'incontro personale con Dio Padre ci colma di gioia e apre in noi la forza del perdono. "E' il Signore!", esclamò Giovanni – e tutto è cambiato. "E' il Signore!" e tutto di nuovo risplende. "E' il Signore!" e tutto di nuovo ha senso nella vita: splendida ricostruzione del significato di ogni pezzo della mia esistenza. Card. Carlo Maria Martini |