Omelia (19-03-2020) |
don Lucio D'Abbraccio |
Giuseppe: l'uomo della fiducia! Nell'orazione dopo la comunione la liturgia ci fa leggere: «Proteggi sempre la tua famiglia, Signore, che hai nutrito alla mensa del pane di vita nel ricordo gioioso di san Giuseppe e custodisci in noi i doni del tuo amore di Padre». Ebbene, noi domandiamo al Signore di custodire sempre la Chiesa sotto la sua costante protezione - ed Egli lo fa! - esattamente come Giuseppe ha protetto la sua famiglia e ha vegliato sui primi anni di Gesù bambino. Il Vangelo ce lo ha appena ricordato. L'Angelo gli aveva detto: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa», ed è esattamente quello che ha fatto: «Egli fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore». San Matteo ha tenuto ad annotare questa fedeltà alle parole ricevute dal messaggero di Dio, per invitarci ad imitare questa fedeltà piena di amore. La prima lettura che abbiamo appena ascoltato non parla esplicitamente di san Giuseppe, ma ci dice molte cose su di lui. Il profeta Natan va a dire a Davide su ordine del Signore stesso: «Io susciterò un tuo discendente dopo di te». Davide deve accettare di morire senza vedere la realizzazione di questa promessa, che si tradurrà in atto «quando i suoi giorni saranno compiuti» ed egli dormirà «con i suoi padri». Così vediamo che uno dei desideri più cari dell'uomo, quello di essere testimone della fecondità della sua azione, non è sempre esaudito da Dio. Pensiamo a coloro che sono padri e madri di famiglia: essi hanno il desiderio di dare il meglio di loro stessi ai lori figli e li vogliono vedere pervenire ad una vera riuscita. Tuttavia, non bisogna ingannarsi circa questa riuscita: quello che Dio domanda a Davide è di dargli fiducia. Davide stesso non vedrà il suo successore, colui che avrà un trono «stabile per sempre», perché questo successore annunciato sotto il velo della profezia è Gesù. Davide si fida di Dio. Ugualmente, Giuseppe dà fiducia a Dio quando ascolta il suo messaggero, il suo Angelo, dirgli: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». Giuseppe è, nella storia, l'uomo che ha dato a Dio la più grande prova di fiducia, anche davanti ad un annuncio così stupefacente. E noi, abbiamo fiducia in Dio? Accettiamo che Egli possa contare su di noi? Accettiamo di vivere nell'amore e nel rispetto del suo santo Nome? In questo nostro tempo, in cui tante persone senza scrupoli cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti, noi dobbiamo essere molto attenti. Non lasciamoci affascinare da false glorie e da falsi ideali. Crediamo e dobbiamo continuare a credere che Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è il solo ad amarci come noi ci aspettiamo, che è il solo a poterci soddisfare, a poter dare stabilità alle nostre vite. Cristo è l'unico cammino di Vita. Solo Dio poteva dare a Giuseppe la forza di credere all'angelo. Ciascuno di noi, dunque, deve chiedere a san Giuseppe che ci aiuti sempre a credere e a sperare in Dio, come fece Abramo il quale, come scrive l'apostolo Paolo: «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza». Pertanto, non dobbiamo aver paura di credere, di sperare e di amare, non dobbiamo aver paura di dire che Gesù è la Via, la Verità e la Vita, e che soltanto da lui possiamo essere salvati. «Saldo nella speranza contro ogni speranza»: non è una magnifica definizione del cristiano? Ebbene, se lo scoraggiamento ci invade, pensiamo alla fede di Giuseppe; se l'inquietudine ci prende, pensiamo alla speranza di Giuseppe, discendente di Abramo che sperava contro ogni speranza; se ci prende l'avversione o l'odio, pensiamo all'amore di Giuseppe, che fu il primo uomo a scoprire il volto umano di Dio nella persona del bambino concepito dallo Spirito santo nel seno della Vergine Maria. Benediciamo Cristo per essersi fatto così vicino a noi e rendiamogli grazie di averci dato Giuseppe come esempio e modello dell'amore verso di Lui. Come Giuseppe, non temiamo di prendere Maria con noi, cioè non temiamo di amare la Chiesa! In questo giorno è doveroso rivolgere una esortazione particolare ai padri di famiglia, poiché san Giuseppe è il loro modello. San Giuseppe rivela il mistero della paternità di Dio su Cristo e su ciascuno di noi. È lui che può loro insegnare il segreto della loro stessa paternità, egli che ha vegliato sul Figlio dell'Uomo. Come San Giuseppe, cari padri di famiglia, rispettate e amate la vostra sposa, e guidate i vostri bambini, con amore e con la vostra presenza accorta, verso Dio dove essi devono essere (cf Lc 2,49). Infine, un pensiero particolare va ai bambini che non hanno più un padre o che vivono abbandonati nella miseria della strada, a coloro che sono separati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati, e arruolati a forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi: Dio vi ama, non vi dimentica e san Giuseppe vi protegge! Per intercessione di san Giuseppe, Dio ci benedica e ci custodisca tutti! Ci dia la grazia di avanzare verso di Lui con fedeltà e ci renda testimoni del suo amore. Amen. |