Omelia (21-12-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino è sobbalzato di gioia nel mio grembo. Come vivere questa Parola? Questo sobbalzare di gioia da parte di un bambino ancora racchiuso nel grembo di sua madre è un avvenimento che ci rasserena e interpella a un tempo: Ci rasserena perché anche se il clima del momento storico che viviamo è attraversato da tensioni e preoccupazioni, la fede viva nel mistero è davvero certezza di luce. Questo bambino di Elisabetta, infatti, sobbalza di gioia al contatto di un altro che, pure, è ancora nel grembo materno. Egli però è tale da venire al mondo per manifestare l'immenso amore di Dio per l'uomo e la sua volontà di salvezza inalienabile e non conculcabile, in qualsiasi condizione e storia umana. Questo racconto dunque del sobbalzare di gioia ci interpella oggi. Sì, perché proprio in questo nostro "oggi" la gioia del Natale di Gesù non può essere che gioia vera e profonda. A patto, però, che non venga da un Natale di cartapesta, di favola e mito. Dietrich Bonhoeffer, dal carcere dove l'aveva chiuso la rabbia nazista nel 1943, scriveva ai genitori: "Soprattutto una cosa vi dico: non dovete pensare che io mi lasci abbattere da questo Natale in solitudine". E ad altri scriveva: "Che cosa accade a Natale? Il giudizio del mondo e la redenzione del mondo. Ed è lo stesso Gesù Bambino della mangiatoia a compiere il giudizio e la redenzione del mondo". Oggi, chiedo a Maria Santissima di farmi partecipe di un contatto intimo con Gesù nel profondo del mio cuore, fuori da preoccupazioni e corse e affanni esteriori. Dammi, o Vergine del Natale, di prepararmi a far crollare dentro di me tutto quello che Gesù è venuto a "giudicare" come nocivo a chi voglia vivere amando. Dammi di prepararmi a ricevere tutta quell'onda di misericordia-redenzione che Gesù è venuto a portare. La voce della Superiora Generale delle FMA Maria non guarda alle distanze, ai disagi o ai rischi possibili, non calcola il tempo e non misura la fatica del viaggio per raggiungere la cugina. Dio l'ha visitata in modo inatteso, l'ha riempita di gioia, le ha donato un nuovo modo di esistere, di amare, di valutare la realtà. L'ha sintonizzata con il suo cuore. Ed ora Maria si fa visita di Dio per gli altri. La sua gioia per il frutto che custodisce nel grembo diventa la gioia di Elisabetta. Madre Antonia Colombo |