Omelia (09-04-2020)
padre Paul Devreux


Oggi contempliamo l'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli.


Marco Matteo e Luca ci raccontano che nell'ultima cena,Gesù istituì l'Eucarestia. Prese del pane e del vino e disse: "Questo è il mio corpo,...questo è il mio sangue, fate questo in memoria di me".

Giovanni, che è l'evangelista che scrisse per ultimo ed è il più teologo, la sostituisce con la lavanda dei piedi e conclude dicendo: "Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi". Quindi quando io servo posso farlo in memoria di Lui o, se preferite, quando desidero fare memoria di Lui basta che mi metta al servizio di chiunque abbia bisogno, o che viva il mio lavoro come servizio, come occasione per amare ed essere in comunione con Gesù.


Gesù prende il pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo, cioè dono di Dio e dell'amore dell'uomo, per dirci: Io, in tutta la mia vita, mi sono fatto pane per nutrire tutti, per aiutare tutti. Come i genitori nutrono i figli, così io rivelo un Dio che desidera aiutare tutti.

Prende il vino dicendo: questo è il mio sangue, la mia vita che vi regalo, la metto nelle vostre mani, al vostro servizio.

Gesù ci dona la sua vita facendosi pane e viene in mezzo a noi oggi, nell'Eucarestia, dicendoci: "Eccomi. Io mi sono fatto pane. Se desideri nutrirti di me, fare memoria di quello che sono, manifestalo alzandoti in mezzo all'assemblea, e vieni in mezzo per ricevere l'eucarestia, che è come dire pubblicamente, anche io voglio provare ad amare e servire questa umanità, per essere realmente in comunione con Lui e vivere da Figlio di Dio.


Così si costruisce il Regno di Dio dove viviamo oggi.


Signore, facci crescere nel desiderio di essere in comunione con Te.