Omelia (01-09-2003)
Paolo Curtaz


Ben ritrovati cari amici, spero abbiate passato un'estate di riposo e di vacanza e che abbiate trovato tempo e cuore per custodire la vostra fede. Ebbene sì, anche quest'anno mi è stato chiesto di accompagnavi in quest'appuntamento quotidiano di ascolto della Parola. E così – volentieri –dall'alto delle mie montagne, vicino come sono al Paradiso, condivido con voi quella Parola del vangelo di oggi che, messa "prima di tutto" all'interno della giornata, ci scava il cuore, ci cambia la vita. E non poteva iniziare meglio questo settembre di ritorno all'attività lavorativa, con la lettura, oggi, del discorso di Gesù alla sinagoga di Cafarnao. Gesù cita il profeta Isaia ed applica a se il compito del Messia di portare buone notizie, notizie di liberazione, di bene, di danza, di gioia. I suoi concittadini rifiutano l'annuncio, ne sono urtati e Gesù rischia la pelle. Anche noi, figli di questo tempo scontento e cinico, veniamo derisi per la nostra apparente ingenuità, per il nostro infantile ottimismo, per la nostra ostinata fiducia. Animo, fratelli che ascoltate, la nostra vita è scoperta di liberazione, il nostro Dio è un Dio sorridente e malgrado le fatiche della vita e le iatture dei vicini cerchiamo di vivere questa giornata con uno sguardo sempre rivolto al dentro, all'altrove, alla realizzazione del Regno che Gesù è venuto a inaugurare e che sta a noi di vivere in ufficio o sulla spiaggia. Buon anno pastorale a tutti voi, amici, che sia un anno in cui scopriamo il volto sorridente e consolante del Dio di Gesù!

Lo Spirito del Signore è su di te, Maestro, e ti ha mandato ad annunciare la buona notizia a noi poveri. Lode a te Signore, che oggi io possa sperimentare la tua amicizia.