Omelia (02-09-2003)
Paolo Curtaz


La folla resta colpita dalla predicazione di Gesù: egli parla con autorità, cioè la sua parola è credibile, vera, vissuta, pensata. La gente è stanca dei predicatori ferrati in teologia e poveri in esperienza e in umanità, che pensano di comunicare citando parole incomprensibili studiate sui libri e non nella vita; no, Gesù non è uno scriba né un dottore della legge, eppure le sue parole provocano, carezzano, leniscono, scuotono, liberano, allora come oggi. Diverso dai tanti opinionisti che ci spiegano come pensare, che ci spingono all'omologazione, tutti noi percepiamo la parola del Maestro Gesù come una parola autentica e autorevole, attuale e profonda. Parola che accogliamo, oggi come ieri, non come la parola di un saggio del passato, ma come l'epifania di Dio, la manifestazione del mistero nascosto nei secoli. E questa parola libera, allontana il male, la parte oscura dell'uomo e delle cose. L'indemoniato viene liberato senza danni, la sua anima ora respira gioia e serenità. Povero indemoniato! Conosce Gesù, è ferrato il teologia: sa che è il Santo di Dio, eppure non vuole avere a che fare con lui, lo spaventa. Vero: il demone della superficialità può avvelenare la nostra vita e farci dire: cosa c'entra Dio con la mia vita concreta? Si accontenti delle mie devozioni, della mia fede, so che Dio esiste, gli debbo onore e rispetto, magari gli offro anche 50 noiosissimi minuti alla domenica, ma non vada oltre. No, demone in agguato: la fede contagia la vita, libera, non può restare ancorata al sapere, né al celebrare. Che il Signore ci liberi con la sua Parola autorevole da una fede fatta solo di ritualità, dalla fragile fede che si lega solo al senso del dovere.

La tua è parola autorevole, Signore, parola autentica e vissuta e svela la parte oscura e l'inganno che abitano le nostre quotidianità e ci libera dai demoni di una falsa religiosità, lode a te Signore Gesù!