Omelia (09-09-2003)
Paolo Curtaz


Avete sentito? No, dico, avete proprio sentito bene? Luca ci dice che Gesù passa la notte in preghiera, poi scende e sceglie gli apostoli, i dodici; no, anzi, scusate. Prega tutta la notte e sceglie quei dodici. L'elenco mette i brividi: Pietro, Giuda, Simone lo zelota... mi viene un dubbio: forse la preghiera di Gesù ha fatto cilecca! Nessuno di noi avrebbe scelto quei dodici nel Consiglio Pastorale! Nessun ideale avrebbe tenuto insieme un pescatore come Andera con un intellettuale come Giovanni, né un conservatore come Giovanni con un pubblico peccatore come Matteo, né sarebbe riuscito a contenere la violenza di uno zelota, Simone, appunto. Solo la preghiera di Gesù e il suo essere fuori da ogni schema, solo l'amore li poteva tenere insieme per dirci, per gridare alle nostre ottuse orecchie, alle nostre comunità piene di distinguo, che la Chiesa nata dalla preghiera del Maestro è fatta di persone diverse, di sensibilità opposte, di caratteri complessi amalgamati dalla bruciante esperienza della sequela. Lo capiremo mai, alfine, questo? Che la Chiesa non è il club dei bravi ragazzi, degli addetti del sacro, ma l'esperienza della comunione più devastante che un uomo possa vivere?

Tu hai pregato per i Dodici, hai pregato per noi, preghi per la Chiesa, popolo dei chiamati. Siamo diversi, Signore, splendidamente diversi e il tuo amore ci unisce e diventiamo Chiesa.