Omelia (19-09-2003) |
Paolo Curtaz |
Piccola pagina probabilmente sfuggita alla censura maschilista, questo breve quadretto propostoci da Luca è gravido di significati. Dunque, ci dice Luca, e la cosa era risaputa visto che lui, Luca, non aveva conosciuto Gesù, il Maestro e i dodici erano assisiti da un gruppo di donne che – immaginiamo – provvedevano alle necessità organizzative del gruppo: cibo, pulizie, spesa e amenità di questo genere. Particolare sconcertante per due motivi: anzitutto perché all'epoca di Gesù il ruolo della donna era marginale e relegato alle funzioni di moglie e madre, secondo perché ci svela che la Chiesa non è una compagnia di maschi o in maggioranza di maschi, ma – al contrario – che il ruolo della femminilità è determinante. Gesù immagina una comunità in cui ognuno riveste un ruolo fondamentale, insostituibile, non marginale, un carisma proprio. Senza la concretezza di queste donne Gesù e i dodici non avrebbero certamente potuto occuparsi delle incombenze della predicazione! La seconda annotazione ci porta a sottolineare l'importanza determinante della femminilità nelle nostre comunità, alla sensibilità delle donne che hanno portato la Chiesa a riflettere sul volto di Dio che è padre e madre. Non tasselliamoci a prospettive superate, non siamo timorosi nel lasciare che lo Spirito ci spinga a scelte di comunione e di comunità anche innovative se questo serve ad annunciare di più e meglio il Vangelo. Tu e i Dodici, Signore, eravate mantenuti e sostenuto da un gruppo di donne perse nell'oblio della memoria e che pure sono state essenziali nella logica del Regno. Aiuta le nostre comunità a valorizzare la femminilità nel nostro modo di presentare Dio. |