Omelia (30-09-2003) |
Paolo Curtaz |
Gesù si dirige decismente verso Gerusalemme; meglio, in greco Luca scrive: fece la faccia dura. Gesù ha deciso, sa che Gerusalemme è il luogo dove si giocherà la partita finale, altro è essere una star nel Nord, introno al pescoso lago di Tiberiade, altro affrontare la capitale, la città santa che vanta il maggior numero di profeti morti e un'organizzazione religiosa che mal sopporta l'ingerenza romana; Gesù sa che loro, i capi, devono uscire fuori dalla prospettiva per accoglierlo, anche se la sua figura è messa in discussione; Gesù sa che la sfida è dura e accetta la sfida: il suo obbiettivo, ormai è Gerusalemme tutto o niente, vivo o morto Gerusalemme sarà il suo trono o la sua tomba. Quanto ci ami Signore, quanto hai dovuto soffrire e indurire il tuo cuore compassionevole per affrontare l'ostilità e l'ottusità di noi uomini! Quanto di più avresti preferito convertire i nostri cuori con la tenerezza del volto di Dio! Ma ciò non è bastato e ora sei disposto a difendere l'idea del volto del Padre fino a morirne. Insegnaci a conciliare l'amore con la decisione, irrobustisci le nostre lamentose preghiera, rendi il nostro volto duro e deciso di fronte all'ingiustizia, Maestro. Ci hai preso sul serio, Signore, molto sul serio, disposto ad andare fino in fondo; che questo tuo sacrificio non cada nel vuoto Signore: donaci un po' di grinta – oggi – nel professare l'amore con la vita anche di fronte all'incomprensione! |