Omelia (15-06-1997) |
don Luciano Sanvito |
Il vangelo è stato promosso o bocciato? Il discepolo di qualcuno, rispetto al semplice ascoltatore auricolare, è un po' un privilegiato: può sempre acquisire meglio la conoscenza dal maestro, può avere l'occasione per un approfondimento e un chiarimento. Chi è discepolo è sempre alla ripetizione dal maestro; e la ripetizione delle conoscenze porta al chiarimento, alla conoscenza e sopratutto alla capacità di incarnare le verità spiegate nella vita quotidiana. Le cose ben ripetute aiutano, giovano, fanno crescere. Il vangelo in questione ha uno spirito in sè di profondissima umiltà: la verità si fà piccola piccola, per diventare nostra 'alunna' e per crescere insieme con noi alla scuola della vita. Grande è la nostra responsabilità, e immensa la nostra gioia: immeritatamente siamo chiamati a far crescere, come indegni 'maestri', questa verità che credevamo tanto grande, e che ora ci è data in consegna provvisoriamente e come prova del nostro "insegnare": del lasciare un segno, un 'solco'. E in questo solco entra questo seme di verità, e ogni giorno cresce con noi: 'come' e 'quanto' riceva da noi, non lo sappiamo e mai lo sapremo: certo possiamo dire che ogni buona ripetizione dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni parallelamente si porta accanto la misteriosa ma efficace 'promozioné del regno della verità nel mondo. Ma c'è anche oggi un vangelo 'bocciato': è una verità che è stata soffocata, che non è stata ancora gettata o che ci è stata nascosta o rubata, e non appare nel concreto della vita. Ma non cerchiamo lontano: forse non siamo ancora del buoni maestri del vangelo, forse stiamo solo pensando alla fine dell'ora per andarcene via...intanto laggiù, in fondo, quel piccolo alunno ci osserva, quasi attendendo da noi una piccola ma vitale 'ripetizioné. |