Omelia (15-08-2020) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Luca 1,39-56 La solennità dell'Assunta coincide, anzi, segna proprio il cosiddetto giro di boa dell'estate; quarant'anni fa un famoso duo torinese cantava: "L'estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va...": dalla prossima settimana il clima potrebbe cambiare, verosimilmente non in meglio... con i primi temporali il caldo potrebbe smorzarsi... si rientra pian piano dai luoghi di villeggiatura... le fabbriche riaprono... le scuole pure... Forse quest'anno sarà diverso, tutti sappiamo perché... la spettro del coronavirus continua ad aleggiare, insidioso, spaventoso,... Quest'anno che se ne va, come cantavano i Righeira, in vero, ma la pandemia no! i segni del tempo che passa sono profondi sul nostro corpo, nel nostro spirito. Abbiamo perduto parenti, amici, qualcuno di noi ha perso anche la salute... Stiamo imparando a con-vivere con il virus; sarà un bene? sarà un male? dipende: se con-vivere lo interpretiamo come attenzione, prudenza, rispetto civico,... allora il fatto è più che positivo. Se invece convivenza diventa sinonimo di menefreghismo, superficialità, individualismo, e altri -ismi del genere, allora la situazione potrebbe nuovamente sfuggirci di mano e la morte tornerebbe a bussare alla nostra porta. A proposito di bussare alla porta, Maria bussa a sorpresa alla porta della casa di Elisabetta e...non è sola: nel suo grembo riposa il seme della salvezza; un seme ancora nascosto, ma già in fiore. E subito, il profumo di quel fiore si spande per tutta la casa; intenso, inebriante, sfacciato, invadente... è il profumo dello Spirito Santo che si sprigiona dalla grazia di una donna - evidentemente piena di Grazia - e contamina con la sua virtus - curioso: il computer ha corretto virtus con virus... -, (contamina con la sua virtus) tutto ciò che incontra sulla sua strada. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo...": dal seme al fiore, dal fiore al frutto! il Verbo di Dio, senza tempo, creatore dell'universo,... è diventato carne della carne di Maria, ed è già all'opera! Il lavoro è tanto, il tempo è poco... non va sprecato neppure un istante! Giovanni sussulta nel grembo della madre; Maria prorompe nel famoso inno di ringraziamento, una delle pagine più conosciute e amate dal popolo cristiano, ispiratrice di altrettanti capolavori musicali antichi e moderni: tutti i grandi artisti del pentagramma si sono cimentati nell'interpretazione del Magnificat; segno che la Parola di Dio seduce e ispira credenti e non credenti, fedeli praticanti e non, convinti e scettici... Il carisma di Maria e la forza evocativa delle sue parole sono quasi irresistibili. Nella storia della religiosità popolare la figura di Maria brilla di luce particolare... La nostra Diocesi venera Maria Consolatrice come Patrona; ma si può dire che ogni città italiana e non, grande o piccola, possieda la sua Madonna miracolosa... La "Madunina" a Milano, la "Madonna di San Luca" a Bologna, "Santa Maria Novella" a Firenze, "Santa Maria Maggiore" a Bergamo, la "Salus populi Romani" a Roma; e poi la Madonna di Lourdes, di Fatima, di Loreto, di Czestochowa, di Guadalupe,... Gli storici santuari mariani e la rete dei pellegrinaggi sviluppatasi in Europa fin dal primo Medioevo, hanno tenuto insieme il vecchio continente durante i secoli bui delle guerre, durante le pestilenze... Chissà che anche in questa nuova, ultima pandemia, sappiamo riscoprire il sano e prezioso culto mariano. Gli antichi Ordini religiosi, e le congregazioni che sorsero nell'arco dei secoli, si sono riconosciuti in questa piccola/grande donna, e ne hanno esaltato le virtù, ciascuno secondo la sensibilità propria del rispettivo fondatore. Oggi, come sempre, Maria si leva a ricordarci che il sole che la avvolge di luce, come scrive Giovanni nell'Apocalisse, quel sole è Cristo! Invocando le care, vecchie proporzioni aritmetiche che ci insegnavano alle Elementari, Maria: Cristo = l'ostensorio: all'ostia consacrata. È bene, anche per noi, non dimenticare mai che Maria è santa perché il frutto del suo grembo è tre volte Santo. La devozione Mariana è - deve essere! - via per raggiungere suo Figlio. Non ci può essere devozione senza fede. Questo principio può garantire l'equilibrio tra la liturgia, l'unica preghiera pubblica ufficiale della Chiesa, e le devozioni private; un equilibrio delicato, precario, che necessita di essere costantemente monitorato, e ricentrato sul mistero di Cristo, dal quale tutti gli altri misteri (cristiani) prendono avvio e al quale devono condurre. Cristo è l'exemplum per tutti noi, a cominciare da colei che lo diede alla luce, e cantò sé stessa, mentre cantava Lui. Come scrisse l'immortale Dante Alighieri: "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu sé colei che l'umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace così è germinato questo fiore. Qui sé a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra ‘ mortali, sé di speranza fontana vivace. Donna, sé tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fïate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate.". |